Per (ri)apprezzare la quotidianità, le cose che vediamo tutti i giorni, abbiamo (plurale
minoritatis) bisogno di più bellezza, in tutto, dagli oggetti più banali alle strutture che vorremmo definitive ed eterne (salvo calamità naturali). Sarebbe importante (bello) che le cose pubbliche fossero fatte con un gusto che unisca il funzionale all'estetico, e non solo fatte tanto per farle, interessandoci a malapena della funzionalità (e neanche duratura). Parlo di strade, spiagge, palazzi, marciapiedi, lampioni, muri, aiuole, rotonde, tombini, semafori...In Catalogna ogni anno noto una cura del dettaglio in questi ambiti che mi rattrista al confronto del ritorno in Italia. Un esempio macroscopico: le spiagge. Là sono pubbliche, e ciononostante ogni mattina vengono pulite come neanche le nostre private. Raccolta differenziata dei rifiuti, un mezzo che pettina la sabbia, docce gratuite. La natura, nelle sue espressioni, viene accompagnata o addirittura evidenziata, quando crea cose curiose, e non fatta fuori di brutto, tagliata, estirpata.
Per farvi un esempio guardate questa foto: sono i bidoni della spazzatura e il recipiente per la cacca dei cani. Ora pensate alla nostra spazzatura e alla cacca dei nostri marciapiedi: non vi viene da piangere? Ma l'Italia non era detta "il Bel Paese"? Forse siamo in pochi a notare queste cose, queste brutture, queste sottili cattiverie che a poco a poco ci avvelenano la vista, e la vita, abituandoci al brutto, allo sporco, al guasto, al decadente. Alla morte. Non è solo l'inquinamento atmosferico ad avvelenare e uccidere. Anche così, ci uccidono lentamente.