sabato 22 giugno 2013

Il razzismo spiegato a mio figlio


Aneddoto illuminante (ma anche rabbuiante). Faccio il pendolare sul treno Genova-Savona, che d'estate si riempie di "fratelli" (come li chiamano i miei figli) noti ai piu' come Vucumpra'. Ho notato con stupore che sono molti gli italiani che li schifano, dicendo che puzzano e lamentandosi che occupano tanti posti. Anche gente che vota a sinistra (sic) da sempre.
Oggi pero' una signora ha cominciato a inveire contro "questa gentaglia di merda". Nessun nero si e' scomposto, non l'hanno cagata (altra sorpresa) tranne il mio dirimpettaio che, con le lacrime agli occhi, le ha risposto che ha l'abbonamento e che stava andando a lavorare faticosamente, smettendo di sgranare il suo rosario. Mi e' venuto un cuore piccolo cosi'.
 Simpatica la signora che si e' alzata a dire "Noi italiani non siamo tutti cosi' eh! Ci ricordiamo di cosa ci facevano quando andavamo in America!".
Il "fratello" poi mi ha dato un'altra lezione: quando e' passata la zingariella lagnosa le ha lasciato 50 cent sul biglietto fotocopiato scritto in itagliano. Chapeau! Abbiamo molto da imparare da questa gente, altro che. E io mi sento sempre meno italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono (diceva il signor G). We gotta get out of this place.

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