Su Repubblica oggi Corrado Augias pubblica una lettera del mio simpatico collega Davide detto "Attila" che dice: Caro Augias, sono partito con lo scoramento davanti al politichese, ai privilegi, alla deriva del "tanto non cambia nulla". Poi l'ho visto crescere, ha preso forma, è tornato Berlusconi. Ricordo quando alle redini del carro c'era lui e mi sono convinto. Torno anche stavolta a votare non tanto per i contenuti dei programmi, deficitarii tutti anche quelli dalla mia parte, ma perchè non posso immaginare altre corna, altri kapò, altri "amici" a Mosca e a Washington. Vedo altre depenalizzazioni, giudici sottoposti a test di sanità mentale. Torno a votare solo perchè è chiaro che un candidato o l'altro non è la stessa cosa.
Al che Augias chiosa, rivolto a chi non voterà: La politica si fa con quello che c'è, non con quello che si vorrebbe. La buona politica è prendere ciò che c'è (comprese le materie immonde) e cercare di farne il miglior uso possibile nelle condizioni date. Prima ancora è cercare di evitare che le cose peggiorino. Ipotesi di cui sono ampiamente visibili le premesse.
4 commenti:
Bando alla scaramanzia: io compro una bottiglia di spumante per lunedì, sta a vedere che...
si Franco..
si!
Io rinnego i miei pricipi di obiettore di coscienza e mi preparo alla lotta... e rinforzo le mutande
(dietro ahimè).
Salve, mi trovo a passare per caso su questo blog. Dunque, che Augias sia una persona riflessiva, non è certo una novità. Il suo discorso perde però la spinta iniziale scontrandosi con l'indifferenza alla politica che ormai è una piaga manifesta. Roba da film dell'orrore:
1: "Bah, cosa c.... vuoi che me ne freghi, tanto è tutto un magna magna"
2: "In che senso?"
1: "cosa in che senso? tanto fanno quello che vogliono, che vadano aff.... sti pezzi di m...."
2: "Ok, ma tu domani cosa fai?"
1: "Come cosa faccio? è ovvio, no? voto a Berlusconi!!!"
2: "...."
1: "Perchè? tu voti quello là? ma sei fuori di testa? ma non la senti la televisione?"
2: ".............................."
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