martedì 18 settembre 2007

Drinking problem?

Oggi ho saputo che M, il barista "storico", dove si andava coi colleghi 20 anni fa a bere il bianchetto, il biancamaro, il campari, con la focaccia o un tramezzino, quando ero giovane e "furioso", è morto di cirrosi epatica a 50 anni. Fegato spappolato, fanculo Vasco. Vomitava sangue a fiotti, negli ultimi tempi. Aveva avuto due tumori al fegato, ma niente, ha continuato a distruggersi, di nascosto. L'alcool è una brutta bestia: innanzi tutto è legale, come droga, la compri quando e dove vuoi. E poi passa sempre sotto un velo di goliardia (fuori pasto) o convivialità (a pasto). Il problema è quando diventa un'abitudine-dipendenza quotidiana, una necessità di cui ci si vergogna, giustificata col cibo, col "bere poco ma bene", col "non ne ho mica bisogno, mi diverte", "ma cosa vuoi che sia". M era palesemente "cotto": tutto rosso, nasone butterato, perenne stato confusionale-sorridente. Ma mi mancherà la sua dolcezza e la sua gentilezza. Si stava uccidendo lentamente, come un'anoressica, in un certo senso. Ma non dava fastidio a nessuno, se non a chi gli voleva bene e non riusciva ad impedire il suo lento ma determinato suicidio. Via Fieschi è più triste, da quest'estate.

3 commenti:

Arimondi ha detto...

La cosa che mi dà molto fastidio e mi allarma è che - oggi più che in passato - i media continuano a promuovere l'alcool nonostante sia palesemente pericoloso quanto altre droghe.

Negli ultimi anni è ormai normale vedere pile di bottiglie di birra per le strade alla mattina presto, cosa che non accadeva prima.

Un nota birra da anni sponsorizza eventi giovanili e mega concerti per promuovere la diffusione dell'alcool.

Dal Nord Europa stiamo importando questa poco nobile e pochissimo sana abitudine. L'Italiano medio (a parte qualche zona del Nord Est) non aveva mai avuto bisogno di alcolizzarsi all'eccesso. Ora ci stanno facendo credere che non solo si può, ma è pure figo e lo è ancora di più se lo fai con cocktails di Vodka o Gin.

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente con Ari, oltretutto bere per bere, tanto vale ogni tanto, ripeto ogni tanto, bersi qualche buon bicchiere di vino italico. Il fatto che M abbia deciso di scegliere comunque il suo modo di morire, anche se sbagliato a mio parere, lo rende fortunato rispetto a tanti poveri cristi che il loro modo di morire non hanno avuto la possibilità di scegliere.Scrivo questo mentre su Virgin Radio passa Tommy Gun dei Clash e leggera e soave una lacrima scivola giù per il mio faccione.

Attilio

Anonimo ha detto...

Volevo però ricordare che M non beveva assolutamente superalcolici...Si muore anche di vino e birra. Se ci si fa prendere la mano. Alla prossima cena chi è che non berrà? :-) FZ