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Cosa ho pensato, fatto, visto, sentito, messaggi nella bottiglia, notizie, curiosità, cose inutili e necessarie, il mio piccolo mondo antico, dal 2005 al 2022. E soprattutto tanta musica, come colonna sonora ma anche come espressione di ciò che non sapevo, non volevo e soprattutto non potevo scrivere. Dal 2023 mi trovate su Facebook (sono un boomer!) come FRANCESCO ZAIO.
giovedì 29 marzo 2007
domenica 18 marzo 2007
Divento mio padre
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Sarà la festa del Papà, ma da un po' di tempo mi sorprendo in atteggiamenti molto, troppo simili a mio padre. Non l'avrei mai detto, da ragazzo: io sarei stato diverso, non avrei fatto le sue scelte (anche se poi ho scoperto che erano quelle giuste, ehm), bla bla bla. Ma abbiamo tutti quanti nostro padre dentro, che esce fuori, si rivela senza che lo vogliamo, senza che ce ne accorgiamo. Un esempio? Quando venimmo a vivere a Genova mio papà aveva la fissa delle navi in arrivo/partenza: si alzava da tavola addirittura per assistere a queste epifanie, o restava sul balcone delle mezzore in attesa. E io pensavo: ma guarda te, nostalgia senile, tic emblematico, malinconia poetica, anelito a un altrove. Ora faccio anche io così ( foto dal mio balcone all'alba...). Sarà colpa di Genova? No, perchè ho altri piccoli gusti, piaceri e gesti impensabili, come il lardo, o l'attaccamento alla casa nel paese natale (Quargnento), non ne ravvisavo un'estetica. Ma non è questione di estetica, bensì di pelle, odori, sangue, cromosomi. Che mi piaccia o no, io sono un po' mio padre, lo divento sempre di più, col passare degli anni. E col passare degli anni gli voglio sempre più bene. Auguri, Pino.
giovedì 15 marzo 2007
Non ho difetti: solo nei
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La natura mi fa male
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(La bella foto è di Arimondi, su www.flickr.com, lui sì che è un padre perfetto-amante della natura-ma tecnologico. Che invidia.)
Meno amici, migliori amici
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Alla base dell'amicizia c'è la stima. Poi la solidarietà. La maggior parte delle amicizie (maschili: le donne non capisco come ragionano) si basano invece sulla condivisione storica e geografica, insomma luoghi, tempi, divertimenti, fighe e sfighe. Oggi mi rendo conto che i miei amici "migliori" spesso sono lontani (Milano e Torino, per esempio) e hanno una vita molto diversa dalla mia. Col passare del tempo ti rendi conto che molte amicizie giovanili non avevano alla base la stima nè la comprensione reciproca, e te ne accorgi quando cambiano le coordinate/priorità della vita: lavoro, moglie, figli, salute, casa, soldi. Finchè la priorità-collante è cazzeggiare e divertirsi ti sembra di avere un casino di amici. I veri amici, i migliori, sono invece quelli su cui senti/capisci di poter contare nel bisogno e nelle difficoltà, e che non disprezzano le tue scelte di vita, le accettano anche se con vigile spirito critico costruttivo, perchè ti vogliono bene a prescindere dalle contingenze. Così realizzi che il vecchio amico geniale e sarcastico è un egotista antipatico che se ne frega della tua vita (anzi ti disprezza). Realizzi che l'amico con cui hai fatto tante esperienze parallele ti considera uno sfigato o un marziano se non lo segui sul suo binario. Qualche stronzo diceva Tanti nemici, molto onore. Io invece penso Pochi amici, tanto amore.
P.S. Ogni riferimento a persone realmente esistenti/conosciute è casuale e non voluto.
(Immagine tratta da www.guitarprinciples.com)
mercoledì 7 marzo 2007
Scio ergo sum
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Ebbene sì: alla mia veneranda età di 42 anni ho trovato voglia e coraggio per imparare a sciare. Stavo per diventare un emarginato anche in famiglia, ora che anche il piccolo Matteo viene giù tranquillamente. E poi mi annoiavo sulla neve a far niente. Devo dire grazie anche alla presenza/complicità del mio collega Renzo, anche lui a Pejo, con cui mi sono lanciato (è il caso di dire). Due lezioni, di cui una alle 16 (!?), tanto per iniziare. Poi l'anno prossimo mi alleno/imparo dal primo giorno della settimana. Come è andata? Prima volta nessuna caduta, due scivolate la seconda. Comunque è uno sport-passatempo molto emozionante (anche se fra le varie emozioni c'è anche la paura). Pensare che ho sempre rifuggito il fatto di sciare, da bravo adolescente alternativo e un po' depresso. A Biella, al liceo, 1980, avevo le piste a due passi, ma no, dovevo stare in cameretta a leggere e sentire dischi di Clash-Police-Joy division, io. Bravo ciula. Comunque: meglio tardi che mai. Forse è vero che la vita comincia a 40 anni. O comincia a finire?
(Immagine tratta da www.bozzetto.com)
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