giovedì 15 marzo 2007

Meno amici, migliori amici


Alla base dell'amicizia c'è la stima. Poi la solidarietà. La maggior parte delle amicizie (maschili: le donne non capisco come ragionano) si basano invece sulla condivisione storica e geografica, insomma luoghi, tempi, divertimenti, fighe e sfighe. Oggi mi rendo conto che i miei amici "migliori" spesso sono lontani (Milano e Torino, per esempio) e hanno una vita molto diversa dalla mia. Col passare del tempo ti rendi conto che molte amicizie giovanili non avevano alla base la stima nè la comprensione reciproca, e te ne accorgi quando cambiano le coordinate/priorità della vita: lavoro, moglie, figli, salute, casa, soldi. Finchè la priorità-collante è cazzeggiare e divertirsi ti sembra di avere un casino di amici. I veri amici, i migliori, sono invece quelli su cui senti/capisci di poter contare nel bisogno e nelle difficoltà, e che non disprezzano le tue scelte di vita, le accettano anche se con vigile spirito critico costruttivo, perchè ti vogliono bene a prescindere dalle contingenze. Così realizzi che il vecchio amico geniale e sarcastico è un egotista antipatico che se ne frega della tua vita (anzi ti disprezza). Realizzi che l'amico con cui hai fatto tante esperienze parallele ti considera uno sfigato o un marziano se non lo segui sul suo binario. Qualche stronzo diceva Tanti nemici, molto onore. Io invece penso Pochi amici, tanto amore.
P.S. Ogni riferimento a persone realmente esistenti/conosciute è casuale e non voluto.

(Immagine tratta da www.guitarprinciples.com)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie franco! 103 era quasi il max che potevano darmi, visto che a causa della mia media super scarsa (ho preso cinque 18!!!!) partivo con una votazione di 94. mi hanno dato 9 punti su 10 per la tesi e quindi è andata più che bene! ma adesso che faccio...?
husker diego

Franco Zaio ha detto...

Insegui un obiettivo, pensa a cosa ti piacerebbe fare "da grande", mira in alto. Nel frattempo accontentati per avere due soldi, ma non restare intrappolato, reach for the sky (Social distortion). Non mollare, non scoraggiarti. MAI. Non rinunciare ai tuoi sogni.

Arimondi ha detto...

Non sapevo avessi amici a Milano.

Quello cinico. :-)

Anonimo ha detto...

Come ti permetti di darmi dello stronzo!?

Franco Zaio ha detto...

Ma non eri tu quello stronzo! Burzum, the pentagram burns :-)

Anonimo ha detto...

Pensavo è bello che dove finiscano le mie dita
debba in qualche modo cominciare una chitarra.
E poi seduto in mezzo ai vostri “arrivederci”,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi.
Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a vederle spalancare la bocca,
potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male ad alta voce di me
potevo barattare la mia chitarra ed il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse “perderemo”
potevo chiedere come si chiama il vostro cane
il mio è un pò di tempo che si chiama libero,
potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle,
potevo attraversare litri e litri di corallo per raggiungere un posto
che si chiamasse “arrivederci”
e mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.

Vale anche per il post "Sereni mai"

Anonimo ha detto...

Ah, ecco! Onore a te!

Anonimo ha detto...

P.S. Non l'ho scritto, ma per chi non ricorda o non conosce questi versi, sono tratti da "Amico Fragile" di Fabrizio De André, una delle sue canzoni che amo di più, e della quale lui stesso ha scritto:

"Stavo ancora con la Puny, la mia prima moglie, e una sera che eravamo a Portobello di Gallura, dove avevamo una casa, fummo invitati in uno di questi ghetti per ricchi della costa nord. Come al solito, mi chiesero di prendere la chitarra e di cantare, ma io risposi -«Perché, invece, non parliamo?». Era il periodo che Paolo VI aveva tirato fuori la faccenda degli esorcismi, aveva detto che il diavolo esiste sul serio. Insomma a me questa cosa era rimasta nel gozzo e così ho detto: «Perché non parliamo di quello che sta succedendo in Italia?». Macché, avevano deciso che dovessi suonare.
Allora mi sono rotto le palle, ho preso una sbronza terrificante, ho insultato tutti e sono tornato a casa. Qui mi sono chiuso nella rimessa e in una notte, da ubriaco, ho scritto "Amico fragile". La Puny mi ha stanato alle otto del mattino, non mi trovava né a letto né da nessuna parte, ero ancora nel magazzino che finivo di scrivere."

Ciao a tutti, amici fragili o infrangibili.