Ricevo e pubblico la seguente mail (grazie M! ciao E!):
Tra pochi giorni sarà il 28 giugno. Ci sono dei giorni che passano nella storia per un piccolo gesto che può cambiare, se non il mondo, almeno una sua buona parte.
Fu nella notte di New York tra il 27 e il 28 giugno che la polizia entrò in un bar, lo Stonewall Inn, noto per la frequentazione omosessuale e transgender, con il solito pretesto della violazione della legge sulla vendita degli alcolici, per fare la solita retata contro froci e trans, portarli in commissariato, insultarli, magari abusarne (ci sono molte testimonianze in proposito) e poi rilasciarli dopo qualche notte in cella...
Ma qualcosa non andò come tutte le altre volte: una lesbica sferrò un pugno, altri la seguirono, la polizia fu costretta a uscire di corsa dal locale, chiamò rinforzi, ma la voce si sparse e altre persone arrivarono a Christopher Street. Il Pride era uscito dalle tenebre. All’odore di birra subentrò quello della benzina bruciata e il bar fu difeso per due giorni dagli assalti della polizia. Divenne un simbolo dove concludere, pochi giorni dopo, la prima marcia organizzata di persone omosessuali e transessuali.
Da allora ogni 28 giugno in tutto il mondo la comunità delle persone gay, lesbiche, transessuali, transgender e intersessuati celebra la propria giornata dell’orgoglio. Non significa orgoglio di essere gay, lesbiche, transessuali, transgender e intersessuati (l'orientamento sessuale non è una scelta), ma di esserlo sotto la luce del sole, di non nascondersi (non è una differenza da poco –l'impegno per difendere i diritti umani è una scelta precisa), di rifiutare la violenza e di combattere l'ipocrisia, di ricordare quanto è stato fatto e quanto ancora rimane da fare. Si fa non solo per le persone che vivono differenze di orientamento sessuale o identità di genere, ma per tutti coloro che subiscono discriminazioni in base al genere, come le donne eterosessuali, e anche come gli uomini eterosessuali in alcuni paesi, perché quando manca il rispetto per la persona che gli omosessuali sperimentano sempre per primi insieme con le donne, tutti possono divenire una minoranza.
«Può sembrare strano che tre giorni di rivolta abbiano potuto influenzare una cosa cosí soggettiva come l’amore, ma senza dubbio ciò che la sommossa dello Stonewall ha cambiato non è stato tanto l’amore quanto la stima di sé, da cui dipende l’amore reciproco» ha scritto Edmund White.
Oggi possiamo legittimamente aggiungere altre considerazioni. Il 28 giugno ha cambiato anche il modo di intendere e costruire la democrazia, perché la considerazione legale e culturale verso le persone LGBTQI è un indicatore potente, veritiero e sensibile dello stato di democrazia di una società, è in grado di prevederne lo sviluppo economico, proprio come per le donne, e mai in disaccordo con la loro condizione.
Tra pochi giorni cadrà il quarantesimo anniversario di quel 28 giugno che cambiò la storia di molte molte persone.
Ancora oggi l'omosessualità può costare condanne e addirittura in molti, troppi paesi sulla faccia del nostro pianeta, la pena di morte. Accade negli stessi paesi dove le donne sono cittadine di serie B, spesso schiavizzate e disumanizzate, trattate come animali, e dove anche agli uomini eterosessuali tante libertà possono essere negate. L'Iran, dove secondo l'attuale presidente, «non esistono omosessuali» (perché sono torturati e impiccati) ne è un esempio, perché anche la vita degli uomini eterosessuali è disumanizzata e sottoposta di continuo a violazione delle libertà personali.
Molto è stato fatto, ma molto è ancora da fare.
I pride in tutto il mondo (dove si possono svolgere) ce lo ricordano, a volte con qualche eccesso folcloristico, a volte in modo piú sobrio, a volte finendo repressi dalla polizia, come accade per esempio in Russia.
Allora domenica sarà il 28 giugno:
per tutti coloro che comprendono che l’orientamento sessuale è una caratteristica dell’individuo che non compromette nulla delle altre facoltà, e che considerano l’omosessualità come una delle altre infinite caratteristiche dell’essere umano, che non si scandalizzano ma si impegnano per l’uguaglianza dei diritti, compreso quello all’adozione, perché hanno capito che due gay e due lesbiche possono essere buoni genitori e buoni cittadini esattamente come una coppia eterosessuale... per tutti coloro che non si sentono solo amici di gay, lesbiche, transessuali, ma anche di donne e naturalmente di uomini cui sono violati i diritti elementari...per tutti coloro che considerano l’omosessualità come una devianza, una depravazione, una caratteristica degradante e pericolosa, che pensano che gay e lesbiche siano persone malate da curare, e che ritengono l’estensione del matrimonio e delle adozioni essere una minaccia per la società...per tutti gli indifferenti, per chi non pensa che l’uguaglianza dei diritti, degli omosessuali come delle donne, sia una questione prioritaria, una base di democrazia, per chi non sa che cosa siano l'orientamento sessuale e l’identità di genere... L’indifferenza non è forse una malattia?
Per tutti sarà il 28 giugno, un giorno che è un messaggio di libertà, di gioia di vita, di democrazia.
Buon Pride a tutti!
2 commenti:
è stato un'ottimo pride!
Ti leggo solo ora, causa super-lavoro di giorno più feste varie di notte, compreso il pride.-) Non ero mai stata ad una manifestazione così; è stato davvero bello, festoso e coinvolgente per tutti.
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