Essendo nel mezzo del cammin della mia vita (ed essendo piuttosto nebbiosa se non smarrita la diritta via) mi ha interessato molto questo agile ma sostanzioso saggio. In effetti, se ci guardiamo intorno, si è (o si cerca di essere/rimanere) giovani, o perlomeno giovanili il più a lungo possibile, senza una "età di mezzo", per poi diventare vecchi d'un botto. E' una osservazione che vale sia per le persone fisiche sia per il mondo del lavoro. "La giovinezza si allunga, quando ti considerano consumatore; si accorcia quando ti considerano produttore. Se perdi il lavoro a quaranta o cinquant'anni è difficile che ne trovi un altro" (pagg. 48-49: chi mi conosce sa quanto queste parole mi facciano sanguinare). E ora che si fanno pochissimi figli (lo restiamo fino a 60 anni) e si vive un sempiterno presente senza preoccuparci di cosa lasceremo, senza doveri, solo diritti: che futuro abbiamo, noi e quelli che verranno dopo di noi?
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