mercoledì 8 agosto 2018

Guardando tutto, ma non vedendo più nulla



Su Instagram, il social per la condivisione di immagini via cellulare, si pubblicano 3600 foto al secondo, e i dati ufficiali parlano di 8500 “like”al secondo. La produzione massiccia di immagini e la loro circolazione ci mostra quindi un dato sconvolgente: si sono rivoluzionati i tempi di lettura di un'immagine per non dire che si sono azzerati. Il punctum Barthesiano è stato spedito a calci in culo nello spazio siderale in questo vivere&scorrere bulimico dove nessuno vede più nulla vedendo tutto (dal bellissimo blog di Alberto Terrile).
Sulla scia di questo post sono andato a leggermi La camera chiara di Roland Barthes (ed. Einaudi), un bellissimo libro che seppur scritto nel 1975 rimane di una attualità e profondità impressionante (aggettivo non casuale). Ho constatato inoltre che al momento ho 2.259 foto ammucchiate nel cellulare, alcune importanti e belle, moltissime superflue. Ho deciso che stamperò (ebbene sì, proprio sulla carta, quella che si consuma e scolora) le importanti-belle, e farò molte meno foto in futuro. Un tempo, quando si portava il rullino a sviluppare, le foto erano più importanti, erano davvero un "fissare" un momento, una cosa, una persona. E guarda caso quelle foto, ormai consumate dal tempo, sono rimaste impresse nella mia memoria da sempre, e hanno il famoso "punctum" (mi colpiscono, emozionano, feriscono).
Sul cellulare e sul web tutto è "liquido", fuggevole, provvisorio, superficiale, cancellabile, perdibile. Come anche i valori, i sentimenti, i pensieri.
Un altro mondo, un mondo VERO, è possibile. Se vogliamo. Ma lo vogliamo?

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