domenica 31 maggio 2009

La Genova dei rimpianti

Consiglio a tutti, anche a chi (come me) non adora De Andrè, di non perdere questa mostra prorogata al 20 giugno. Non mi esprimerò sul valore artistico, culturale, spirituale, musicale, letterario di De Andrè: non sono un fan nè un critico, mi limito a dire che fu un Grande.
Voglio però riportare due riflessioni sorte alla mostra.
1) in coda all'entrata, un simpatico ragazzo di Siena (nientemeno) mi ha espresso la sua sorpresa nello scoprire una città bellissima, in cui vuole tornare di nuovo con calma. Ergo: Genova non sa farsi conoscere ed apprezzare turisticamente, se non col richiamo di eventi di portata nazionale.
2) nella mostra De Andrè parla di Genova come "città dei rimpianti": ci stai bene, poi per lavorare e farti apprezzare devi lasciarla, e a quel punto cominci a rimpiangerla, amarla ed apprezzarla, persino.
Dai due aneddoti si deduce che Genova è una città chiusa e ingrata. Finchè ci rimani dentro fino al collo (come nelle sabbie mobili...) ti soffoca, ti narcotizza, ti uccide, con la sua diffidenza per le novità, il suo sarcasmo, il suo pessimismo. Sento già i commenti tipo "E perchè non te ne vai allora? Cosa ci rimani/sei venuto a fare?". E' qui il punto: i commenti che vorrei prefigurarmi sono tipo "Ma no guarda che le cose sono molto migliorate, tutto sta cambiando, e in meglio". E invece no, perchè qui il feeling dominante è "Se le cose cambiano, cambiano in peggio" se non "Ma perchè cambiare: non va bene così?".
E allora continuiamo così, facciamoci del male.

5 commenti:

marta ha detto...

Secondo me noi non riusciamo a non sentirci dei provinciali. Se vai a Milano e parli bene di Genova hai paura di far la figura dello sfigato che non va oltre il proprio campanile.
Io dico a tutti quelli di fuori: andate a Genova, è molto meglio di come era e assai meglio di quanto pensiate. Chi ha seguito il consiglio non è mai rimasto deluso. Ma sulla vocazione al turismo ci sarebbe una seria riflessione da fare. Mettete gente competente alla promozione turistica, persone che parlano inglese alle biglietterie e nei punti informativi. E se proprio volete fare il tour di Genova in Segway (stronzata ma che può avere un suo seguito), non fatelo pagare 45 Euro. Ah, ultima cosa: perché ci fa schifo tenere aperti bar e ristoranti del centro la domenica? Maniman arrivasse qualche turista in cerca di cibo...

andrea sessarego ha detto...

La vocazione turistica è un concetto che ancora qui a Genova si fa fatica a far entrare nella testa della gente, sia a chi deve fare promozione turistica, sia agli operatori (accogliere il turista con un sorriso, ad esempio), che ai ristoratori/negozianti (mai che chiudano ad ottobre, no, sempre a luglio/agosto). E la mostra di De Andrè? Finisce a giugno! Ma non è la prima volta, il Palazzo Ducale fa delle mostre interessanti che in pieno periodo turistico sono chiuse. Guai a tenere il Ducale chiuso a gennaio, quando il freddo polare si insinua negli stanzoni, meglio a luglio/agosto!
Come diceva il famoso sketch del fu Rufus dei Cavalli Marci "Pessimismo e Fastidio".

Elsa ha detto...

In quanto a vocazione il sardo segue... Porto Rotondo e C. a parte!!!

Genova ha il suo fascino questo è sicuro... come certi luoghi qui da noi, dove alle volte il tempo sembra essersi fermato.
un salutone
Elsa... fan di Genova :)))

and ha detto...

Io tutte le volte che sono venuto a Genova mi sono sentito benissimo. La città è fantastica pur se punteggiata qua e là da orribili schifezze architettoniche, vedi quella strada immensa che costeggia il mare. E' stato tutto merito di un amico di mio padre che anni fa portò a spasso la mia famiglia, avevo 13 anni e mia sorella 17, per tutta la città. vicoli, bellezze artistiche, cibo speciale.
io adoro genova.

Licia Titania ha detto...

Io ho amato molto la mostra di De André. Ci sono entrata di pomeriggio e non sarei più uscita, mi hanno praticamente buttata fuori. E' vero anche che doveva finire a maggio, è stata prolungata di un mese credo. Il discorso su Genova sarebbe lungo...forse si può sintetizzare dicendo che è una città misteriosa, e se ne vanta. Io comunque ci vivo e non so se cambierei.