Io: "Amico mio, non riesci a goderti la felicità che hai?" Lui: "Ma se mi bastasse tutta la felicità che ho non avrei - non avremmo - questa inquietudine, questa carogna addosso di vivere tutte le vite possibili". E finalmente ho riscoperto perchè il mio amico (e la maggior parte dei lettori) si legge così tanti romanzi/racconti, direi che ho capito il significato, il senso nascosto della letteratura, addirittura (bum). Io invece leggo pochissima fiction. Vivo faticosamente una vita sola, e la esamino/torturo/viviseziono (appunto) con libri di psicologia e filosofia, al limite un po' di poesia e musica. Le pagine della mia vita sono piene di note a margine ed errori rimarcati con la matita, segni rossi, segni blu. Sul mio diario do un voto a ogni giorno. Faccio crocette sugli obiettivi raggiunti, come se fossero test, prove di una vita vissuta. Ma a furia di rileggere/correggere/aggiungere le pagine si consumano. Potrebbero quasi lacerarsi, alcune, creare dei buchi. Devo leggere più narrativa, se voglio vivere un po' di più, o almeno un po' meglio. Ciao Aldo, grazie di esserci.