I versi di due tormentoni di questa estate dal clima bislacco riassumono bene i pensieri delle mie notti insonni a Paveto.
-"E' meglio una delusione vera di una gioia finta" (Neffa). Io ci aggiungerei il punto di domanda, però.
-"La vita che non spendi che interessi avrà?" (Ligabue, e nessuno mi tocchi il Liga: sarà tamarro/retorico, ma per me è un eroe).
In conclusione gli Afterhours: "Perciò io maledico il modo in cui sono fatto, il mio modo di morire sano e salvo, dove m'attacco, il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia quello che non c'è".
Non ho molto altro da aggiungere, vediamo al ritorno dalla Sardegna se sono più allegro.
PS La teribbile foto a fianco me l'ha fatta col cellulare mio figlio Matteo, 5 anni. Io sono ancora qui a picchiarmi con Winzozz 98, sic.
3 commenti:
la frase delgi afterhours è slpendida. il momento più alto di "quello che non c'è", la parte che più mi mette i brividi. il liga, invece, resta un bel tamarrone. anche se devo ammettere che qualche suo pezzo ha segnato la mia giovinezza (anche quando avevo gusti da punk-intransigente). "lui aveva un vecchio maggiolino cabriolet..."
diego husker
La canzone dell'anno è "kill the pop scene" dei Towers of London. Musicalmente e concettualmente...
cazzo era maggiolone... manco i ricordi son più quelli di una volta...
diego
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