martedì 24 ottobre 2006

Musica per ambienti


Fu Brian Eno negli anni 70 a introdurmi al ragionamento sulla musica adatta, la musica come tappezzeria, come sottofondo, una per ogni luogo (o non-luogo), come lui compose per aereoporti, film etc. Fateci caso, c'è un sottofondo musicale ovunque, ormai. Ma secondo me non è abbastanza preso sul serio, e così siamo stressati anche dall'inquinamento acustico, anche perchè nei luoghi pubblici non possiamo spegnere lo stereo o skippare il cd molesto. L'altro giorno ero in un ristorante cinese: musica trash-latinoamericana in sottofondo, avevo il mal di mare. Poi più tardi Renato Zero da Feltrinelli, agh. Il punto è: quale musica ci si aspetta nel tale luogo? Non vi dico le discussioni dove lavoro sui cd da mettere (tanto che avevo redatto un progetto di radio in-store, molto apprezzato ma mai realizzato). Ho sentito che in America addirittura diffondono degli odori adatti all'ambiente se non addirittura invoglianti all'acquisto, non solo studiano la musica giusta . Potrebbe persino diventare una professione, il "sonorizzatore" di negozi e luoghi pubblici (per esempio le sale d'attesa), l'ambient-dj. Basta trovare dei manager che si rendano conto dell'importanza dell'ambiente sonoro, oltre a luci, mobili e merci in esposizione. E' una questione di immagine. E di qualità della vita. Non solo di persuasione occulta.

8 commenti:

Arimondi ha detto...

Argomento molto interessante. Da una parte si diffonde musica che tenta di indurre un maggior consumo (si dice che un beat deciso spinga a mangiare più in fretta, per far aver più "giro" ai tavoli del fast food), d'altra parte si propone musica che renda più piacevole e interessante l'esperienza del soggiorno in un negozio e dell'acquisto. In entrambi i casi lo scopo è vendere di più, ma, come al solito, c'è modo e modo. Personalmente non amo troppo la musica nei locali pubblici (soprattutto se a volume troppo forte), ma ci sono dei luoghi dove mi sorprendo ancora ad ascoltarne di buona (ultimamente, all'Enoteca Ombre Rosse a Milano).

Anonimo ha detto...

il fatto è che noi che siamo (consciamente) sensibili alla questione siamo un'esigua, risibile minoranza... una volta ero a cena con un amico in un ristorante chic, cibo delizioso, servizio impeccabile, ambiente elegante, e avevano RADIO MONTECARLO in sottofondo! ti rendi conto? io ero scioccata, il mio amico non se ne era neanche accorto. Saremo sempre a nostro agio con una minoranza?
marina p.

Arimondi ha detto...

Per quanto mi riguarda, sì.
Anche se non è semplice né bello.
Certo che il tuo amico ne ha persi di punti quella sera... :-)
Arimondi

Anonimo ha detto...

Sono perfettamente d'accordo. Proporrei di fondare una setta sterminatrice o perlomeno educativa, ma tanto lo sai, la maggior parte di persone di musica non capisce un'emerito...
Perdona il nazismo.

Attilio

Anonimo ha detto...

Al Basko di solito c'é Radio Nostalgia e con un po' di fortuna, tra uno yogurt e una insalata, ti becchi dei gran pezzi. Per il resto basta che non sia a un volume fastidioso e la cosa non mi disturba piu' di tanto.
Mi disturba molto il chiosco di frutta e verdura di Brignole che emana musica latino-americana della peggior specie a volume demenziale. Ma lo sanno che da Elvis in poi le cose sono un po' cambiate?
Andrea

Anonimo ha detto...

Ecco io dovessi sonorizzare il tuo blog possibilimente con il tuo nuovo lavoro su Pavese...il marketing mi ha preso la mano?

Anonimo ha detto...

Ecco io dovessi sonorizzare il tuo blog possibilimente con il tuo nuovo lavoro su Pavese...il marketing mi ha preso la mano?

Anonimo ha detto...

...oppure che ne dici di Hiroshima Mon Amour?