Agogno parecchio, tutto l’anno, momenti di solitudine, silenzio, concentrazione, meditazione. Anche perché non ho uno studiolo, una sala prove, un antro, un rifugio, per questi momenti di ossigenazione (o forse apnea?). Poi, quando si verificano, resto basìto, perplesso. Come stanotte. Mi manca la spiritosità eterna, il sorriso, lo scherzo continuo di Matteo. Mi manca la dolcezza, la profondità, l’emotività di Alessandro. Mi manca la femminilità, la stanchezza, il continuo impegno amoroso di Luana. E sono quei momenti in cui mi rendo conto di essere felice, con loro, anche se/quando bestemmio, maledico il destino e le circostanze (soprattutto geografiche), quando agogno un altrove. Che non c’è. Com’è vuota questa casa, stanotte. Fa quasi paura.
Nessun commento:
Posta un commento