giovedì 19 giugno 2008

Dal come si vive al come si muore

Sempre affascinante (e un po' macabro) questo libro. Soprattutto quando vedi ammalarsi/stai per perdere qualcuno che conosci o a cui addirittura vuoi bene. Ripensi (al)la sua vita, e la metti a confronto con la malattia o la disavventura che se/te lo sta portando via. Così vedi un dirigente che ha cambiato città ogni tre anni, con una malattia che gli blocca i movimenti. Vedi uno psicologo a cui viene un tumore al cervello. Vedi un pianista con l'artrite. Vedi un contabile che dà i numeri (non è una battuta). Ironie della sorte, conseguenze, prove, sfide, rivincite, vendette, cattiverie. E a me, cosa mi aspetta? Cosa mi merito, cosa mi sto guadagnando? Cosa mi voglio prendere?
Non ci vogliamo pensare. Anche quando facciamo delle vite che non ci piacciono, anche quando ci facciamo del male, anche quando...non ci vogliamo pensare.
E ti sei opposto all'onda ed è li che hai capito che più ti opponi e più ti tira giù, e ti senti ad una festa per cui non hai l'invito, per cui gli inviti adesso falli tu. Metti in circolo il tuo amore come quando dici "Perchè no ?" Metti in circolo il tuo amore come quando ammetti "Non lo so" (LL).

11 commenti:

listener-mgneros ha detto...

guadagnando????

silvano ha detto...

Ti è piaciuto Detlefsen? A me sinceramente no. L'ho trovato un po' modaiolo e parecchio abile (leggi furbo).

Anonimo ha detto...

Non mi aspetto niente, non mi merito niente, non perdo e non guadagno, prendo il treno alla mattina e poi lo riprendo la sera. Sono 45 anni di stanchezza, tonnellate di ricordi, immondizie per le mie strade, discariche chiuse. Rifiuti tossici avvelenano le falde acquifere.

Andrea

Franco Zaio ha detto...

@Silvano: non mi ha mica convinto, ma l'ipotesi è affascinante, alla luce dei fatti.
@Andrea: dai che quest'estate passeremo qualche bella serata nel nome della musica e dell'amicizia! Il panorama è tragico, ma facciamo come mi ha consigliato Michele Serra qualche post fa.

silvano ha detto...

Nemmeno a me. Era dissonante per come ragioni. Leggi, se non l'hai già fatto, "Malattia come metafora" della Sontag. Affascinante e convincente.

Anonimo ha detto...

Wow! Provvedo subito. Grazie Silvano

listener-mgneros ha detto...

Il valore e i messaggio della malattia? Nessuno...oppure non sono stato avvertito che putrefazione decomposizione e vermi biancastri sono stati quotati alla borsa dei sentimenti?
In caso mi riscopro ricco...visto quanti non posso più rivedere...
Meglio povero...naturalmente.

silvano ha detto...

@listener: giuro che non stiamo parlando di cascame ideologico da sacrestia di quelle cazzate che il dolore è necessario nobilita l'uomo fa apprezzare la vita avvicina a dio e che il sesso fa male e devia. Se pensi che siamo così la prendo io la spandau!
:))

listener-mgneros ha detto...

no, ma ho una maschera e devo mantenermi all'altezza...anche perchè se la levo sotto si potrebbe trovare di peggio....
;o)
In realtà non credo all'aldilquà figuriamociall' aldilà...
Tendo per partito preso alla natura accidentale della vita umana...quasi come uno scherzo crudele...che lascia un sorriso strano sul viso della vittima

Anonimo ha detto...

modaiolo?..... allora proprio siete lontani. si hai ragione...leggete meglio (silvano.
comq seguiro il tuo consiglio...vado alla ricerca di quello della sontag.
Listener sarebbe bello vedere cosa c'è dietro quella maschera...

listener-mgneros ha detto...

temo sia cosa per (e)letti...