martedì 5 maggio 2009

Le radici dimenticate

Dopo anni sono tornato a Quargnento, il paese dei miei avi (oltre che di Carlo Carrà), nella casa dei miei nonni paterni, base delle estati della mia infanzia e adolescenza. Per quanto mi ritenga senza patria a causa dei frequenti traslochi affrontati ai tempi della scuola al seguito di mio padre (tra i 6 e i 18 anni ho vissuto a Casale Monferrato, Parma, Sassari, Biella, Genova: 7 case diverse!), quando (troppo di rado) torno nell'Alessandrino io le sento, quelle radici. E' una sensazione difficile da spiegare, molto irrazionale: saranno le luci, i colori, gli odori, e soprattutto i ricordi e i rimpianti, alla ricerca di un vagheggiato tempo perduto che non si riesce più a ricreare e rivivere, nonostante le madeleine che riusciamo a recuperare, anche fortuitamente, a volte.
Voglio tornare più spesso, in futuro, in quei posti, in quelle terre. Anche se ormai sono un forestiero, un turista, uno di città. Perchè mi si gonfia un po' il cuore, e respiro più profondamente il tempo che passa anche senza di me. Perchè mi sembra di appartenere a qualcosa di concreto, a una storia vera.
Perchè "mi autorizza a credere che una storia mia, positiva o no, è qualcosa che sta dentro la realtà" (Gaber, Far finta di essere sani).

PS La foto è mia, scattata in Costa Brava, però.

8 commenti:

Licia Titania ha detto...

Prima di leggere il tuo PS aveo pensato: però l'alessandrino, non ricordavo che ci fossero posti così belli! Comunque parlando seriamente, ti capisco perché anch'io sono cresciuta spostandomi in continuazione eppure sento di avere delle "radici" particolari, proprio legate al posto, soprattutto in Francia, che è dove sono nata. Il tempo che passa anche senza di te...molto triste, molto vero.

Rosalita Come Out Tonight! ha detto...

Do It Again!
Anche a me capita.
ed è bellissimo.
ciao Luka

zia Anita ha detto...

Sarai anche uno di città, ma forestiero no .. perché, se ti si gonfia il cuore, vuol dire che é una realtà che ancora ti appartiene, non rispolverata dalle " madeleines, e che assolutamente non vivi da turista. Ben tornato! A presto.
Zia Anita

luly ha detto...

Belle le tue parole, le tue sensazioni, i tuoi ricordi che, a tratti, sento anche miei.
Le riconosco anch'io quelle radici e le sento, quando ritorno nella mia terra.
Ma sono quelle stesse radici che mi hanno dato sofferenza e questo un po' mi allontana da loro.
A presto:)

andrea sessarego ha detto...

Zippin'up my boots
Going back to my roots
To the place of my birth
Back down to earth
Ain't talkin' about no roots in the land
Talkin' about the roots in the man
I feel my spirit gettin' old
It's time to recharge my soul

LAMONT DOZIER: Going Back To My Roots

Franco Zaio ha detto...

@Andrea, cosa mi hai ricordato!! Uno dei miei guilty pleasures: la disco di quando avevo 12-13 anni. Puro funky-soul da ballare (Chic numeri uno!). Tra l'altro quando risento certi pezzi apprezzo il fatto che fossero SUONATI a mano con tecnica e gusto.
@gli altri: il pezzo in questione lo potete sentire su http://www.youtube.com/watch?v=1qW9-s3ITbU&feature=related.
Non badate a quanto siano ridicoli vestiti e mosse :O)
"Smash the discos" era un inno, ok, ma molte canzoni erano niente male.

marta ha detto...

Viva i ricordi. Viva l'infanzia, viva il nostro tempo perduto. E i posti che ci ricordano cosa siamo stati, come ci siamo sentiti, cosa non avevamo capito, che ora invece sappiamo.
Ah, sì, se ora lo sappiamo è perché gli anni passano. Embè...

listener-mgneros ha detto...

se ti si gonfia il cuore sarà mica colpa del colesterolo??