martedì 15 maggio 2007

Cure e Placebo



Certo che la musica che si ascolta ha il suo effetto nocivo o terapeutico sull'umore, sullo stato d'animo. Io in autoradio in questi giorni (e lo si sentiva nei post) ho avuto quel monumento alla malinconia e alla nostalgia che è Disintegration dei Cure, con pezzi bellissimi ma strazianti come Plainsong, Pictures of you, Lovesong, Untitled (che recita frivolezze tipo Non ho mai detto esattamente quello che volevo dire, non ho mai trovato le parole per darti delle spiegazioni, non ho mai saputo renderle credibili e ora il tempo è passato). Lo alterno alla Cura del XXI secolo: i Placebo di Meds, un po' più energico ma sempre angosciante/depressivo. Devo recuperare un po' di sano soul Motown (Heatwave di Martha and the Vandellas!) o rock'n'roll selvatico(Stray Cats! Gene Vincent! Jerry Lee!) per divertirmi-distrarmi un po' di più, per sentirmi un po' più leggero. Devo ricredermi comunque sulla musica contemporanea: i Placebo fanno delle cose molto incisive e originali, l'effetto-novità impressionante non si è fermato a Nevermind dei Nirvana. Per fortuna venerdì Jack O'Meaney, manager dei Caccallos Brasileiros, mi tirerà su di morale con gli Squallor e un po' sano punk-rock irlandese d'annata.

Baby, did you forget to take your meds?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Molto bravi, anche dal vivo, ma sai credo che ascoltando Bowie, Pete Murphy & C... ci si educa bene musicalmente.
Sarò antico, ma vado ad ascoltarmi un pò di Brian Setzer e James Brown, poi si vedrà.

Attilio