mercoledì 22 agosto 2007

Run baby run baby run baby run baby run


Devo essere sincero: vuoi per l'ottima collana delle Vele Einaudi (raramente pubblica un titolo fiacco), vuoi per la schedatura "Sociologia", pensavo che questo libro parlasse della frenesia sociale, dell'eterna fretta che ci assilla, della rincorsa del tempo "produttivo" che ci angoscia un po' tutti, e non solo nel mondo del lavoro. Invece si tratta di un excursus nel mondo della corsa atletica "di resistenza" (mezzofondo, fondo, siepi, maratona), sport che comunque è una bellissima metafora della storia e della società. Weber tratteggia con passione e poesia le figure dei fondisti più leggendari (Abebe Bikila, Ryun, Coe, Fiasconaro!) e fa un parallelo fra la storia della corsa e quella della nostra società, dai tempi dell'Iliade a oggi, fra rituali, duelli, sguardi, fughe, generazioni e degenerazioni, solitudini, nostalgie, tempistiche, estetiche ed estasi, tirando in ballo letteratura, sociologia, poesia, politica. Vi dico solo che mi è tornata la voglia di correre nella natura, e che guarderò con occhi diversi i prossimi mondiali di Atletica! Perchè ora so che la corsa scava, svuota, prosciuga, restituisce in leggerezza quanto ha rapinato di morbido e sinuoso e che è sottrazione del meraviglioso superfluo che anni di benessere ci hanno regalato. E' regressione a una condizione primaria ed è al tempo stesso ascesi, perchè condanna ciò che è "bello" cancellando ogni traccia mondana. Non so voi, ma questa roba è quello che mi ci vuole, molto spesso, e soprattutto d'estate, a Paveto. Tutta salute, soprattutto mentale. Se vinco la pesante ma goduriosa pigrizia del dormire fino alle 10 e mezza, quando non lavoro. Vediamo a Stintino (correre alla Pelosa quando è deserta non dev'essere male). Vedrai, vedrai...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Corre così tanto la mia immaginazione
che il mio fisico si sveglia già stanco.

Attilio

riccardo ha detto...

Eccomi, finalmente!
T ringrazio per avermi segnalato questo libro, che deve essere davvero interessante.
In ambito sportivo-ricreativo, considero la corsa come qualcosa quasi di... artistico, perchè non la vedo come necessariamente legata ad un risultato, a dei records etc. etc.
No, la corsa va oltre.
Perchè libera la mente ed il corpo ma senza proporsi altro che il superamento di noi stessi.
Molte volte, non corriamo neanche con un obiettivo salutista o di relax mentale ma semplicemente, come se ci identificassimo con la strada e con noi stessi... che corriamo.
Un po' come il vero rock, che non è più solo "semplice" musica.
Buon fine settimana!