domenica 15 novembre 2009

Bella la vita























Mi colpiscono sempre le notizie come quella del suicidio di Enke. A costo di essere banale, ingenuo e sempliciotto, arrivo a riflettere sul dramma della depressione, e soprattutto su cosa/chi rende felice una persona, cosa/chi ti rende la vita degna di essere vissuta e apprezzata. Forse la fama, i soldi, il successo, non sono tutto nè  elementi indispensabili, o almeno non assicurano la felicità, la voglia e la gioia di vivere.
Già. Cosa ci vuole, in fondo, per essere più sereni, e sorridersi allo specchio, e non solo agli altri?
(Riposa in pace, portierone. Salutami, se li incontri, Ian, Adrian, Cesare e Antonia).

9 commenti:

gaz ha detto...

Vedi Franco, l'ingenuità ci accumuna ;)
Anch'io sono rimasta incredula a questa notizia, la solita banale considerazione (ma come, proprio lui che ha tutto della vita) ... che ne sappiamo davvero dei "demoni" che gli distruggevano la vita?

un caro saluto

Maurizio Pratelli ha detto...

e poi è molto difficile sopravvivere alla morte di un figlio. Direi insopportabile

Alberto Tonelli ha detto...

Quello che rende vivibile e piacevole, secondo me,una vita è il riuscire a dargli un senso.
Crescere un figlio, il rapporto con la compagna. Insomma sentirsi parte di un progetto di crescita. Sentore che quello che si fà oltre che far star bene te fa star bene anche altri.

Quando tutto questo non c'è al suo posto c'e' il buio, quando non si riesce a trovare il motivo del perché si fanno le cose.

Quando tutto quello che fai non ti appaga non ci sono soldi nè guadagni stratosferici che ti salvano.

Franco Zaio ha detto...

Ringrazio Gaz, Maurizio e Alberto per i vostri commenti: non avete idea di come certi commenti diano un senso al mio (insistere a)bloggare. Restiamo in contatto. Un caro saluto a tutt*

mirko72 ha detto...

La più classica dimostrazione che la fama, i soldi, la prospettiva di disputare un mondiale di calcio possano non essere nulla... Meditiamo gente, meditiamo.

Mik

andrea sessarego ha detto...

Anch'io sono d'accordo con Maurizio, la morte della figlia piccola dev'essere stata devastante. Io ho ripensato a Curt Cobain, che è stata l'ultima morte di una certa risonanza mediatica prima di Michael Jackson. Perchè si è ucciso Curt? Aveva una moglie, una figlia, successo di pubblico e anche di critica, specie dopo l'unplugged, e il rispetto dei colleghi musicisti. E allora cos'è che lo rendeva inquieto? Qual'era il suo sogno e chi o cosa l'ha infranto?

Anonimo ha detto...

Una mia cara "amica" diceva "meglio piangere su una Rolls che sotto un ponte"...

Andrea

Franco Zaio ha detto...

Io penso che Cobain non avesse sogni, ma solo incubi e demoni. Ma nel suo caso la droga ha avuto un grosso peso, sicuramente. Enke, invece, non penso che fosse uno sconvoltone, e soprattutto aveva dei sogni eccome. La depressione è una brutta bestia...

Anonimo ha detto...

Penso che queste persone avrebbero avuto gli stessi problemi anche in un'altra vita. Magari soldi e fama hanno (paradossalmente) accelerato e/o acuito il malessere, ma non ne sono la causa. Quanta gente "comune" si suicida ogni giorno senza (quasi) fare notizia?

Andrea