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i Devo non so dove (bel gioco di parole), Bob Dylan...Tutti artisti che adoro, che ho adorato per la musica che facevano a suo tempo, tanti anni fa. Vederli e sentirli, magari un po' scoppiati, vecchi e stanchi mi fa tristezza. Rock della terza età?! Preferisco ricordarli e ascoltarli al loro meglio, nel pieno della loro forma artistica e personale. Ha senso il ritorno dal vivo, la riproposta di tutta questa musica del passato remoto? Non sono tristi adesso Sex Pistols, Stooges, i Velvet? Ma che senso ha? Non si sentono patetici? Certo, lo fanno per i soldi, sempre meglio che zappare, non certo per urgenza espressiva-creativa. Spiacente, a me non mi beccate. Avevo una mezza tentazione di Police (e soprattutto del mio batterista-idolo Stewart Copeland): 80 euro nel prato dello stadio delle Alpi?! Tiè! Per tanto così mi compro la discografia completa su cd, che i vinili li ho consumati (20 anni fa). C'è un fatto inquietante, però: chi ha preso il posto di questi grandi del passato? Cosa c'è di altrettanto emozionante? Ora sembra tutto già sentito, già fatto, rimasticato, riverniciato. E' così difficile sentire una canzone (non parlo neanche di un disco intero) e rimanere scioccati, impressionati, elettrizzati, come tanti (troppi) anni fa. Personalmente credo che non mi succeda più dai tempi di Nevermind dei Nirvana e Grace di Jeff Buckley. Aspetta: gli Afterhours, forse. Ma anche loro hanno le loro radici negli anni 80...Niente da fare, non se ne esce. Ridatemi un'annata musicale come quelle fra il 1976 e il 1981, per piacere! Ma forse non ci sono più le condizioni, le situazioni, e neanche le orecchie e i cuori di quegli anni là. Amen.