mercoledì 26 novembre 2008

Un sano disordine?


Ecco, finalmente è tutto a posto. Le foto, i libri, i video, i vestiti, i documenti: tutto ha finalmente un ordine, un senso. E' una situazione che sogno da sempre. Da quando sono andato a vivere da solo, è stato tutto un accumulare, accatastare, radunare alla rinfusa: in ordine cronologico, quando andava bene, in ordine geografico, a seconda della provenienza del souvenir, o in ordine topografico, ovvero dove trovavo posto, in una casa che certi giorni sembrava aver subito una perquisizione, o un furto furioso. Pile di libri letti a metà ovunque per terra, fogli scritti e disegnati infilati ovunque, scarpe, bottiglie vuote, vestiti sgualciti, foglietti con elenchi di cose da fare e progetti da perseguire, cd con e senza copertina ovunque, cuscini, tazze con caffè e zucchero incrostati sul fondo, foto incorniciate, ritagli di giornale, foto appannate dalla polvere o usate come segnalibri. Sembrava la casa di un biografo impazzito.
E' così difficile scegliere cosa buttare via, dei propri ricordi, della propria vita. Ma è necessario. Anche se dopo ci si sente un po' più leggeri, ma anche più vuoti. E un po' mi ha sempre terrorizzato immaginare di avere una casa perfettamente in ordine, catalogata, a posto. Mi sarebbe sembrata la casa di uno che è andato via, o che è morto. Invece, forse, solo a quel punto si potrebbe vivere diversamente. Ma da quando non vivo più coi miei non ho mai potuto dire: -Ecco, sono a posto.
Oggi finalmente sono in grado di dirlo. Oggi sono pronto. Tutto è a posto.

Il mio sano disordine: in realtà ho quasi paura dell'ordine perfetto. Mi sembra una cosa che si fa prima di andarsene, una specie di preparazione. E ho paura anche del senso di vuoto che proverei. Mi fanno paura, oltre ad essermi in genere antipatici, i perfettini, quelli con tutto sempre al suo posto, tutto in ordine: mi sembra che non siano mica tanto a posto con la testa, più che altro. Quando il mio Tutto sarà in ordine, "al suo posto", catalogato e reperibile, ci sarà da preoccuparsi. Sarà stranamente inquietante, sembrerà quasi pericoloso. Come una fine, o un nuovo inizio.

2 commenti:

mirko72 ha detto...

Negli ultimi giorni ho cercato di mettere un pò di ordine nella camera/studio, però buttare via qualche pezzo di vita è troppo difficile. Un "casino" di base rimane sempre... L'unica cosa che riesco a tenere in ordine sono i cd: ordine alfabetico di autore e all'interno ordine di uscita delll'album.

marta ha detto...

Io butto periodicamente via sacchettate di roba, ma mi affretto a ricomprare un numero di libri, riviste e rossetti (ognuno ha i suoi vizi...) sufficiente a riempire lo spazio lasciato libero, così poi posso ricominciare da capo.
Per sopravvivere mi sono convinta che pile ordinate di libri arredano. Ci vuole la famosa sospensione dell'incredulità, ma con un po' di allenamento...