Cosa ho pensato, fatto, visto, sentito, messaggi nella bottiglia, notizie, curiosità, cose inutili e necessarie, il mio piccolo mondo antico, dal 2005 al 2022. E soprattutto tanta musica, come colonna sonora ma anche come espressione di ciò che non sapevo, non volevo e soprattutto non potevo scrivere. Dal 2023 mi trovate su Facebook (sono un boomer!) come FRANCESCO ZAIO.
lunedì 8 dicembre 2008
Solonle, solonle, solonleee
"Mi avevano avvisato. Ma io li mandavo a quel paese, discorsi da vecchi amareggiati, dicevo. Poi un giorno ho cominciato a fare degli esperimenti, e ho capito quanto fossi stato sempre solo. E' che col tempo, diventando più vecchi e stanchi, cominciando a morire, insomma, il senso di solitudine è più evidente, palpabile. L'esperimento più efficace è quello di diradare fino a interromperli i contatti umani e sociali. Basta lettere (ora mail), SMS, telefonate rituali periodiche, inviti, chiacchierate, commenti, anche i saluti per strada. Quelli che mi cercavano, dopo qualche giorno di sparizione, o che mi chiedevano spiegazioni con un minimo di preoccupazione e turbamento, ecco: quelli erano o sono veri amici, quelle sono persone che mi volevano o vogliono ancora bene. Loro ci tengono davvero. Indipendentemente dal lavoro, dalle cose in comune, dall'interesse. Tanto che sono arrivato alla conclusione che i miei migliori amici sono quelli con cui non ho niente in comune, se non l'amicizia e la stima reciproca" (dalla mail di un vecchio vero amico).
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6 commenti:
Troppo facile dire che è proprio così.
Credo che la solitudine, un certo tipo di solitudine, se così la vuoi chiamare, sia a un certo punto della nostra vita un fatto naturale.
Esempio scemo...forse:
TI svegli al mattino e ti rendi conto che per colazione invece che un bel cappuccino fumante con tanta schiuma hai "semplicemente" un caffè latte fumante.
Bene, gli ingredienti sono gli stessi, è buono comunque, però non lo bevi nel caos di un bar, ma magari a casa con calma, con la tua famiglia e tutta quella schiuma che ti faceva vedere incredibile una tazza di caffelatte e ti rendi conto che era solo per la schiuma.
Alcuni esseri umani non sono cattivi ma sono come la schiuma di un cappuccino, per un pò ti fanno sembrare le cose diverse da quello che realmente sono, ora forse ti rendi quel che conta e il caffelatte.
Io penso che apprezzare la solitudine sia importante, non in sé per sè, ma intesa come un momento in cui stiamo volentieri e bene con noi stessi. Rappresenta il fondamento dello stare bene in mezzo altri. L'importante è evitare l'autoreferezialità. Sono d'accordo sul fatto che l'amicizia vada anche oltre gli interessi e le cose comuni, però qualcosa da condividere ci deve essere.
Gli unici "veri" amici che ho sono quelli che posso non vedere per anni e non è cambiato niente...non c'è imbarazzo ne bisogno di giustificazioni solo un sacco di cose da dirsi...
C
Sono d'accordo con C.
C'è un rischio insito nell'esperimento di sparizione: ma che succede se nessuno fa il primo passo verso l'altro?
L'esperimento lo fai se ti rendi conto che sei empre tu a fare il primo passo.
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