sabato 12 dicembre 2015

La condivisione della gioia



Ben altre emozioni la sera dopo i Verdena, insieme sempre ad Alessandro, mia moglie, mio fratello Gianluca, e l'inossidabile musichiere Adolfo Arimondi (con cui sono 35 anni fa che aspettavamo questo momento): Peter Hook che, dopo qualche bel pezzo dei New Order, esegue tutto Closer e poi Unknown pleasures, con un gruppo di giovani (tra cui suo figlio al secondo basso). Nel finale Transmission e Love will tear us apart col pubblico sul palco, invitato da Peter stesso. Devo aggiungere altro?
Emozioni, ricordi (bruttini: i Joy Division furono la colonna sonora della mia trista adolescenza), adrenalina. Mi ha sorpreso vedere una età media del pubblico meno alta del previsto, molti studenti che cantavano e ballavano esaltati, impressionante.
I Joy Division sono stati e sono tuttora qualcosa di unico e speciale. Merito anche di Martin Hannett, il produttore, che seppe dare a un gruppo punk un'aura, un'impronta e un suono irripetibile dal vivo. E merito anche delle parole di Ian Curtis, che restano scolpite nell'anima (le so a memoria tuttora), oltre che nelle pagine nere del mio libro Gammalibri del 1983.

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