Cosa ho pensato, fatto, visto, sentito, messaggi nella bottiglia, notizie, curiosità, cose inutili e necessarie, il mio piccolo mondo antico, dal 2005 al 2022. E soprattutto tanta musica, come colonna sonora ma anche come espressione di ciò che non sapevo, non volevo e soprattutto non potevo scrivere. Dal 2023 mi trovate su Facebook (sono un boomer!) come FRANCESCO ZAIO.
martedì 31 dicembre 2019
lunedì 30 dicembre 2019
Memorabilia 2019
Non è stato un gran bell'anno, questo. Lo capisco subito dalla differenza di lunghezza fra i due elenchi delle cose belle e cose brutte appuntati sul mio diario. Lo sento dall'amarezza di questa fine d'anno (sperando che sia anche fine danno). Lo deduco dalle numerose magagne avute da un corpo che ha volente o nolente 55 anni (anche se sono dimagrito e diventato vegetariano) e dalle desertiche fatiche del mio portafoglio.
Nel 2020 ci saranno grosse novità sul lavoro: non dovrò più andare a lavorare in Toscana (dove ho conosciuto persone splendide, mi mancheranno), e lavorerò in 6 nuove librerie in Piemonte e soprattutto Lombardia.
NON pubblicherò gli obiettivi e i buoni propositi che come ogni anno mi scrivo nella seconda di copertina del diario: nel 2019 concretizzati 8 su 21, un terzo, niente male. In passato ho sognato troppo e male, e mi prefiggevo obiettivi troppo alti e numerosi: se è vero che diminuire e essere più realistici negli obiettivi è un segno di saggezza, avere molti meno sogni è ahimè un segno di cinismo, stanchezza e aridità.
Ma poi, cosa cavolo vuoi sognare ancora, a 55 anni?
Legenda: le liste qui sotto sono in ordine cronologico, e non di preferenza o importanza.
10 COSE BELLE
Gita a Napoli
Le serate con Enrico a Torino
Suonare i Clash il 25 aprile
Il mio disco in vetrina da Disco Club
Le giornate di Giugno in Sicilia
Le giornate di Agosto in Sardegna
Diventare vegetariano e perdere 4 chili
Mio figlio Alessandro laureato 110 e lode in Fisica
Registrare e riformare gli Anais con Francesca
La serata Clash al Perugina
10 COSE BRUTTE
L'operazione chirurgica al naso
Mio figlio Matteo desaparecido una notte
Salvini al potere e la gente che ce lo ha messo
L'asportazione del melanoma
La morte di Paolone
Matteo bocciato a Settembre
I ladri in casa
La stanchezza e la fatica
Gli errori di comunicazione e le incomprensioni
Tirare la cinghia
10 LIBRI
Grazie alle 4-5 ore giornaliere di treno, e stimolato dalla app IoLettore, ho letto un sacco di libri, ho perso il conto, almeno 3 al mese. Quelli che mi sono piaciuti di più sono stati
Carrere, L'avversario
Recalcati, Mantieni il bacio
Flaiano, Diario degli errori
Mari, Cento poesie d'amore a Ladyhawke
Grossman, Che tu sia per me il coltello
Bradbury, Fahrenheit 451
Harari, Sapiens
Sexton, Poesie d'amore
Kafka, Lettere a Milena
Mosca, Breve storia amorosa dei vasi comunicanti
10 FILM
Grazie all'abbonamento a Circuito Cinema Genova mi sono "costretto" a uscire e andare a vedere film che senza abbonamento non sarei andato a vedere, spesso sorprendendomi piacevolmente. Dei 42 film visti (fra cinema e tv) i miei preferiti sono stati
CAFARNAO
SARAH E SALEEM
IL PROFESSORE E IL PAZZO
MARTIN EDEN
JOKER
PARASITE
L'IMMORTALE
CAFE' SOCIETY
MIRACOLO A MILANO
INNAMORARSI
10 DISCHI USCITI NEL 2019
Grazie alla mia collaborazione con tomtomrock.it e alla giornaliera chat di Guido Ferrero & Company sono stato molto più aggiornato e incuriosito musicalmente rispetto agli ultimi anni.
Questa è la classifica dei dischi del 2019 che mi sono più piaciuti:
1. Franco Zaio – Those Important Years
2. Swans – LeavingMeaning
3. Nick Cave And The Bad Seeds – Ghosteen
4. Lana Del Rey – Norman Fucking Rockwell!
5. Vinicio Capossela – Ballate per uomini e bestie
6. Bob Mould – Sunshine Rock
7. Iggy Pop – Free
8. Dream Syndicate – These Times
9. Hammock – Silencia
10. Thom Yorke – Anima
10 MUSICISTI PIU' ASCOLTATI
Joy Division
Afterhours
Le luci della centrale elettrica
Placebo
The Doors
Husker Du
The Cure
The Smiths
Sigur Ros
Mark Lanegan
10 COSE IN TELEVISIONE
True Detective 3
Propaganda Live
Petrarca
L'eredità
La verità sul caso Quebert
Gomorra 4
NBA
Big little lies
Big bang theory
I Griffin
martedì 24 dicembre 2019
LA canzone di Natale
Fino all'anno scorso la mia canzone natalizia preferita era Fairytale of New York dei Pogues. Quest'anno, e penso anche il prossimo, sarà questa. Il Re è il Re.
lunedì 23 dicembre 2019
domenica 22 dicembre 2019
sabato 21 dicembre 2019
venerdì 20 dicembre 2019
mercoledì 18 dicembre 2019
lunedì 16 dicembre 2019
domenica 15 dicembre 2019
sabato 14 dicembre 2019
giovedì 12 dicembre 2019
I see a darkness
Well, you're my friend
And can you see
Many times we've been out drinking
Many times we've shared our thoughts
But did you ever, ever notice
The kind of thoughts I got?
Well, you know I have a love
A love for everyone I know
And you know I have a drive
To live, I won't let go
But can you see this opposition
Comes rising up sometimes?
That it's dreadful imposition
Comes blacking in my mind
And then I see a darkness
And then I see a darkness
And then I see a darkness
And then I see a darkness
Did you know how much I love you?
Is a hope that somehow you
Can save me from this darkness
Well, I hope that someday, buddy
We have peace in our lives
Together or apart
Alone or with our wives
And we can stop our whoring
And pull the smiles inside
And light it up forever
And never go to sleep
My best unbeaten brother
This isn't all I see
Oh no, I see a darkness
Oh no, I see a darkness
Oh no, I see a darkness
Oh no, I see a darkness
Did you know how much I love you?
Is a hope that somehow you
Can save me from this darkness
mercoledì 11 dicembre 2019
domenica 8 dicembre 2019
Perugina calling
Iniziata la preparazione dell'ormai tradizionale tributo di Dicembre a Joe Strummer e i Clash al Circolo Arci Perugina di Genova-Rivarolo. Quest'anno tra l'altro è il quarantennale (!) di London calling, disco che ha migliorato se non cambiato la vita di molti ragazzacci dell'epoca. Inizialmente percepii London calling come un "tradimento" del Punk, da parte dei Clash: dopo qualche ascolto capii invece che avevano solo allargato i loro orizzonti musicali, applicando a diversi generi la loro grande "attitudine", il loro innegabile stile, che dal Punk arrivava, e sempre Punk rimaneva.
Questa volta voglio coinvolgere diversi amici che contribuiranno a impreziosire le mie scarne cover voce+chitarra. Già opzionati Guido Ferrero, Massimo Sardi, Attilio Zinnari, altri arriveranno.
Seguiranno aggiornamenti.
Questa volta voglio coinvolgere diversi amici che contribuiranno a impreziosire le mie scarne cover voce+chitarra. Già opzionati Guido Ferrero, Massimo Sardi, Attilio Zinnari, altri arriveranno.
Seguiranno aggiornamenti.
domenica 1 dicembre 2019
giovedì 28 novembre 2019
martedì 19 novembre 2019
Non è che me ne batto o belin
La maggior parte dei miei post sono di argomento musicale, o più generalmente artistico, e personale: me ne rendo conto. Questo non significa che me ne frego dei disastri e delle disgrazie che mi circondano, da vicino o da lontano: i guai fatti all'ambiente, i problemi economici, il lavoro che sparisce, il razzismo/fascismo che dilaga, il degrado culturale-umano-antropologico, il controllo sempre più sottile della nostra privacy...semplicemente non mi sento "in vena" di dire la mia su certi grandi argomenti. Le rare volte che l'ho fatto me ne sono spesso pentito. Quindi preferisco far parlare la musica e l'arte (come dice il disclaimer di questo blog), oppure parlare del mio piccolo mondo antico. Parlarne a me stesso, e ai quattro gatti che ancora vengono a leggermi (che ringrazio anche se, a differenza di Facebook, non posso sapere chi siano, se non lasciano commenti).
domenica 17 novembre 2019
Odio l'inverno
Odio l'inverno, il freddo e l'umido. Eppure sono originario di Alessandria e del Monferrato, non proprio luoghi "mediterranei", solari. Detesto la pioggia, la neve, il freddo che ti entra nelle ossa e ancora di più nel cuore.
Non c'è niente di divertente nell'inverno: ditelo ai senzatetto e a chi non ha di che scaldarsi.
Come un orso, quale probabilmente sono stato in una precedente vita, vorrei dormire tutto il tempo, al calduccio.
Non vedo l'ora che torni il sole, la luce, il caldo (sì anche quello torrido).
Sarà un inverno lunghissimo, per me, questo 2019/2020.
Non c'è niente di divertente nell'inverno: ditelo ai senzatetto e a chi non ha di che scaldarsi.
Come un orso, quale probabilmente sono stato in una precedente vita, vorrei dormire tutto il tempo, al calduccio.
Non vedo l'ora che torni il sole, la luce, il caldo (sì anche quello torrido).
Sarà un inverno lunghissimo, per me, questo 2019/2020.
sabato 16 novembre 2019
"It has been said, not only here"
Con l'avvicinarsi di dicembre e dell'ormai tradizionale Joe Strummer Day al Circolo Perugina, ripesco questo mio vecchio disco e questa struggente canzone.
Appena saprò la data precisa del concerto lo scriverò qui (e su whatsapp). Quest'anno poi sono 40 anni di London calling, disco che "suona" ancora benissimo.
domenica 3 novembre 2019
So' soddisfazioni
Il 31-10-19 mio figlio Alessandro si è laureato in Fisica con 110 e lode. A parte la perplessità sul fatto che non si capisca da chi abbia ereditato il suo cervellone e l'interesse/passione per certi argomenti, è stato uno dei momenti più belli della mia vita, per orgoglio e soddisfazione. Sono quei momenti "giri di boa" in cui ti passano davanti agli occhi in fast forward 20 e passa anni di vita. Alessandro è fortunato perchè sta studiando e sta facendo quello che gli piace, lo interessa ed appassiona, ed è una grandissima fortuna individuare tutto ciò fin da ragazzi. Da parte mia, insieme a sua madre, con non pochi sacrifici, lo ho messo in condizione di perseguire questa sua "passione", o predisposizione che dir si voglia. E in questo sta il mio piccologrande orgoglio-merito.
domenica 27 ottobre 2019
sabato 26 ottobre 2019
martedì 22 ottobre 2019
Fra illusione e cinismo
La sottile invisibile linea che divide l'illusione dal cinismo disilluso. In mezzo dovrebbe esserci la virtù del realismo, della concretezza, della realtà accettata e vissuta senza sogni, dell'essere "in pace con se stessi" (situazione che mi ricorda la morte, o il coma), riconoscere e accettare i propri limiti, rassegnarsi col sorriso, perdonare e perdonarsi.
Beato chi la trova, e la percorre, questa via di mezzo. Io ci saltello sopra, un anno da una parte, un anno dall'altra.
Beato chi la trova, e la percorre, questa via di mezzo. Io ci saltello sopra, un anno da una parte, un anno dall'altra.
lunedì 21 ottobre 2019
A prescindere da me
Niccolò Fabi ha scritto numerose canzoni per me memorabili (su tutte "Offeso"): questa è la seconda traccia del nuovo disco, e ha un testo che mi "tocca".
La strada si fa stretta ed è più stretta ad ogni giro di lancette
perché estuario non è un delta questa strada alla fine non dà scelta
alla fine non c’è scelta
e l’itinerario umano non prevede alcun ritorno
ma un’andata un anno come un giorno
solo sabbia colorata
nell’ampolla sottostante della mia clessidra
il tempo non si sfida
il tempo non si sfida
tu muoviti per sempre pigramente
si muore nel rigore
nel movimento assente
nel pensiero senza amore
e io è di questo che ho paura
perché quando mi fermo
è arrivata la mia ora
Non è finita non è finita
può sembrare ma la vita non è finita
basta avere una memoria ed una prospettiva
a prescindere dal tempo
non è finita non è finita
nonostante tutto il male non è finita
fino a quando ho una memoria ed una prospettiva
a prescindere dal tempo a prescindere da tutto
a prescindere da me
Chi tace non è vero che acconsente
solamente che il rifiuto non sempre trova le parole
anche io modestamente non capisco ma resisto
e ammutolisco dal disgusto
ma cosa centrerò mai io con tutto questo
cosa centrerò mai io con tutto questo
comandanti fateci il piacere
se prendete decisioni decisive sulle nostre vite
fatelo soltanto nel momento successivo a un vostro orgasmo
grazie a quell’attimo di pace
avremmo un mondo senza rabbia
un mondo senza guerra
Non è finita non è finita
può sembrare ma la vita non è finita
basta avere una memoria ed una prospettiva
a prescindere dal tempo
non è finita non è finita
nonostante tutto il male non è finita
fino a quando ho una memoria ed una prospettiva
a prescindere dal tempo a prescindere da tutto
a prescindere da me
a prescindere da me
a prescindere da me
domenica 20 ottobre 2019
sabato 19 ottobre 2019
Cosa si ha da guardare
Ho divorato il libro-autobiografia di Bobo Rondelli, personaggio musicale che seguo e stimo dai tempi dell'Ottavo Padiglione. Non mi sento di consigliarlo a chi non conosce il personaggio e la sua Livorno: Rondelli è spesso stato sopra le righe, fuori dagli schemi, non ha mai fatto niente di ruffiano nè piacione, ma io lo ho apprezzato proprio per questo, artisticamente. Questo libro però è fatto di tanta umanità, tanta vita, spesso spericolata, con aneddoti drammatici o divertenti, o entrambe le cose insieme. Ci sono pagine bellissime e struggenti sul potere salvifico della musica e dell'amore, sui genitori, sulla amata/odiata Livorno, sull'alcool.
"C'è chi scrive romanzi e chi li legge. Io li vivo sulla mia pelle": uno dei miei libri preferiti del 2019.
"C'è chi scrive romanzi e chi li legge. Io li vivo sulla mia pelle": uno dei miei libri preferiti del 2019.
lunedì 14 ottobre 2019
Ancora un anno
This is the last year of my life
Can't seem to do much more than iIve done
Gone and used up all the fun
And the alternative is none
This is the first time I've realized
I loved believing all your lies
And didn't mind it when you cried
I plan on living just to die
This is the final year
I'm living out the very last year
The end is flashing on the screen
I'm living in the last year of my life
domenica 6 ottobre 2019
Magmamemoria
Non era vero
Tu non muori mai, tu non muori mai
Sei dentro di me
Come le vele spiegate dal vento
Spiegami perché ti aggrappi al ventre?
Non era vero
Tu non muori mai, tu non muori mai
Sei dentro di me
Navighi i mari della memoria
Riporti a galla, il mio petto brucia
Ancora, àncora gettata in fondo a me
Scardini le mie certezze
Ora che ritorni che farò?
Ti ricordi che giorni di vita ad aspettarmi?
Sei tu il passato che non è mai andato
E mai mi lascerà
Non era vero
Tu non muori mai, tu non muori mai
Sei dentro di me
Corri veloce come il presente
Sei di domani, sei nel per sempre
Non era vero
Tu non muori mai, tu non muori mai
Sei dentro di me
Cremisi agli occhi di giorni di gloria
Ecco il tuo nome, ti chiamerai Magmamemoria
Lava incandescente dentro me
Lavi via le mie speranze
Ora che mi avvolgi che farò?
Ti ricordi che giorni di vita ad aspettarmi?
Sei tu il passato che non è mai andato
E mai mi lascerà
lunedì 30 settembre 2019
Bob Mould - The Descent
Questo video uscì che avevo appena perso il mio lavoro (estate 2012), coincidenza impressionante.
Gliel'ho anche scritto, allo zio Bob, che la sua musica è stata la colonna sonora della mia vita!
domenica 29 settembre 2019
venerdì 27 settembre 2019
"Come osate?"
Bisogna avere un cuore di pietra per non restare toccati da questo discorso. Oggi ci sono stati un milione di ragazzini in piazza: speriamo sia davvero l'inizio di un cambiamento di sensibilità degli adulti su questi argomenti.
martedì 24 settembre 2019
E' finita l'Estate
e non sono sollevato, allegro, estasiato, come qualche anno fa. Quando ero giovane Settembre era il mio mese preferito, l'Autunno la mia stagione preferita, coi suoi colori, i suoi profumi.
Ora no. Ora ho 55 anni, e sono nell'Autunno della mia vita. Non trovo più compiacimento estetico in certi colori, in certe atmosfere. Ridatemi l'estate, la primavera, il caldo. Non voglio sentire Freddo, nè dentro nè fuori.
lunedì 23 settembre 2019
Anne Sexton
Chiedo venia: solo questa estate ho scoperto la poetessa e il personaggio Anne Sexton. In fin dei conti non si finisce mai, se se ne ha la Curiosità, di conoscere e apprezzare Bellezza e Cultura.
sabato 21 settembre 2019
It’s coming, it’s real
In the place where you lay, in the shimmer above
In the rust and the oil with your mouth full of mud
You run like a child through curtains of rain
In a room made of stone your future was made
There's nowhere to run to, you forget where you've been
Your shadow is shrinking in the tightening lens
How many more years? How much time is there left?
All the rivers reversed while you counted each step
In the veins of the tree, in the strata beneath
In the polished chrome sheen, in the rebar and concrete
Reach up for the hand of the glowing half-man
Stand still on the edge of the greased precipice
Reach out in a tunnel of steel
Fall through, it's coming, it's real
Breathe in the glittering dust
Exhale, mindless
Rage on, helpless, reach out, sightless
Kneel down, fearless, rise up, righteous
Save us, formless, reach out, mindless
Save us, lightless, leave us, soundless
Rise up, righteous, save us, formless
Reach out, mindless, save us, lightless
Rage on, fearless, leave us, soundless
Leave us, soundless, save us, lightless
Reach out, mindless, save us, formless
Rise up, righteous, kneel down, fearless
Reach out, sightless, rage on, soundless
giovedì 12 settembre 2019
Noi si viaggia nel tempo
Sono giornate così, serate così, non si capisce se sia fine estate, o inizio autunno. Noi si viaggia, in tutti i sensi. Noi non si sa cosa faremo nè saremo, nel 2020. Noi si va a vedere i Telescopes. Noi si pensa che siamo fortunati. Noi ci si sente stanchi, ma noi si sorride.
domenica 8 settembre 2019
sabato 7 settembre 2019
Il nuovo disco di Iggy Pop
sarà uno dei miei dischi preferiti dell'autunno che arriva. Da tempo non mi accadeva di ascoltare in repeat una canzone come questa. Il resto del disco è sorprendente per alcune atmosfere jazzate e spoken word, ma d'altronde, se non fa spoken word Iggy, con la voce che si ritrova, chi può farlo...
Lunga vita all'Iguana!
venerdì 6 settembre 2019
Fuck it I love you
Giusto alla fine di una estate per me molto particolare/difficile, esce il nuovo disco della amata/odiata Lana Del Rey di Summertime sadness, Born to die, Videogames...Questo disco è piuttosto omogeneo come atmosfera, tutte ballate dolci-amare voce+pianoforte+poco altro, quasi classicheggianti, a tratti. Per me irresistibili (mi sciolgo!), per molti insopportabili. Bisogna proprio avere il cuore rinsecchito per non commuoversi due secondi (giusto due secondi) per Love song, Fuck it I love you, Hope is a dangerous thing...o forse sono i miei ennesimi segnali di rincoglionimento da "adolescenza senile".
sabato 24 agosto 2019
mercoledì 21 agosto 2019
domenica 18 agosto 2019
giovedì 15 agosto 2019
Buon Ferragosto
Fai una chiave doppia
Della stessa porta
Per qualunque cosa storta
Si presenterà
Dopo aver comprato
Dei lucchetti nuovi
Per la tua finestra
Puoi partire
Io sto qua
A giocare fra le sponde
Con le pozzanghere profonde
Buttando l'amo nell'acquario
Della mia fantasia
Finisco sul pulmino
Dei miei vecchi ricordi
Ma il campo sportivo
L'ha inghiottito l'edera
Seguendo ancora il fiume
Traggo su un cartone
Piove
Mi riparo
Dietro un'edicola
Ho della sabbia nelle tasche
E delle spighe sulle calze
Uno straniero che si fida
Della mia compagnia
È stato un temporale
Pigro e passeggero
Ed il sole è su che brucia in cielo
E sulle tegole
Ma non avevo visto mai un arcobaleno
Essere centrato in pieno
Da una rondine
Come un lampione che si accende
In pieno giorno inutilmente
Aspetto il sasso
E chi così mi spegnerà
Con il sorriso sulla fronte
Tra le pozzanghere profonde
Rimango a largo nell'acquario
Della mia fantasia
lunedì 12 agosto 2019
Linee parallele
What's the immaterial substance
That envelopes two,
That one perceives as hunger
And the other as food.
I wake in tangeled covers,
To a sash of snow,
You dream in a cartoon garden,
I could never know.
Innocent imitation, you are cast in gold,
Your image a compensation for me to hold.
Parallel lines, move so fast,
Toward the same point,
Infinity is as near as it is far
domenica 11 agosto 2019
Prima che scompariamo
Time ain't nothing if it ain't fast
Taking everything that you ever had
And giving nothing in return
But a cold bed in a quiet earth
But there's a door in every cell
A pearl inside of every shell
How hard can it be
To share your love with me?
How hard can it be
To rise with me each morning
How long when it feels like
We'll live forever I fear
That time will hide the years
Life ain't nothing if it ain't hard
It'll show you who you truly are
Knock you down when you get too tall
Till you spun around in a free fall
But somewhere out there past the storm
Lies the shelter of your heart
So how hard can it be
To share your love with me?
How hard can it be
To rise with me each morning
How long when it feels like
We live for ever i fear
Like we were never here
So hold on tightly my dear
I'm not one to waste my time
Searching for something lightning
Somewhere out there lies the stone
Lies the shelter
Of your heart
So how hard can it be (how hard)
To share your love with me?
How hard can it be
To rise with me each morning
How long it feels like
We will live forever
But I fear
That time can hide the years
Like we were never here
So hold on tightly my dear
Before we disappear
Before we disappear
sabato 10 agosto 2019
Summertime, and the livin' is not so easy
Come ogni anno, arrivo alle vacanze in Sardegna con la batteria quasi scarica. La ricaricherò, come sempre. Sarà un'estate molto particolare, questa: per la prima volta da 20 anni saremo soli, io e mia moglie, senza figli. Il tempo passa eh. Ma sono ottimista, e ho molte buone ragioni per esserlo.
Buone vacanze.
venerdì 9 agosto 2019
lunedì 5 agosto 2019
I miei tormentoni estivi
non sono reggaeton, dance, indie, pop. Per ora, quest'anno, il mio è il nuovo singolo di Iggy Pop.
A ognuno i suoi tormentoni (e i suoi tormenti).
domenica 4 agosto 2019
Le parole sono importanti
Uno dei miei filmoni dell'anno, sia per la storia (vera), sia per i "contenuti", sia per le emozioni che trasmette, sia per la pazzesca prova d'attore di Sean Penn.
Visto ieri sera all'aperto, nella cornice di Palazzo Ducale (viva il cinema all'aperto d'estate!), età media degli spettatori 60 anni. Ahimè, in quel target lì sono, che mi piaccia o no.
sabato 3 agosto 2019
Il silenzio è un lusso
Ieri, a causa dei treni cancellati per maltempo (a Brescia mi sono beccato una specie di tornado), ho dovuto prendere un costosissimo Frecciarossa prima classe business. Mentre conversavo amabilmente con l'architetto Andrea, con cui ho condiviso la giornata campale, un signorotto senza parlare ci ha indicato il cartellino della foto, zittendoci.
Da questo episodio deduco che il silenzio è una merce di lusso, per pochissimi. Per averlo si spendono fior di quattrini, quando basterebbe (come faccio/feci io) andare su una scogliera in Sardegna o in una vigna in Monferrato. Certo: lì non c'è l'aria condizionata e poltrone larghe un metro e mezzo. Ma ne deduco un'altra cosa: che si può essere ricchissimi anche quando non si ha nulla se non la propria esistenza e un minimo di sensibilità.
venerdì 2 agosto 2019
giovedì 1 agosto 2019
domenica 28 luglio 2019
Sollevarsi e salvarsi
Annoiato e un po' intristito dalla musica in arrivo da Tomorrowland, sono tornato ieri sera ai Sigur Ros: poche musiche, negli anni, mi hanno dato emozioni così "alte" e intense. Per non dire del concerto che vidi a Lucca insieme a mia moglie e soprattutto Alessandro (fu il suo primo concerto).
Sono già passati 6 anni, e meno male, ero in uno dei periodi più difficili della mia vita. Ma anche grazie ai Sigur Ros, alla Bellezza e alla Luce che ne deriva, posso guardarmi indietro e sentirmi sopravvissuto e tutto sommato felice. Sei anni fa non lo avrei mai detto. Ma a cosa servono, persone e Bellezza, se non a sollevarsi dalle sabbie mobili, e salvarsi.
sabato 27 luglio 2019
martedì 23 luglio 2019
lunedì 22 luglio 2019
domenica 21 luglio 2019
"Il cuore corre in gola"
Da HELLO BASTARDS (http://huskercore.blogspot.com):
Franco Zaio - Those important years
"Those important years" di Franco Zaio è uno dei dischi più belli che abbia ascoltato quest'anno. E non me ne importa niente che si tratti un album di cover suonato da un mio amico fraterno, in cui canta (in due pezzi) una carissima amica come Francesca Pongiluppi e che sia stato registrato da un altro super amico come Berna. Non è colpa mia se conosco gente speciale, che fa cose bellissime. Ciò che conta è che ascoltando queste 14 rivisitazioni acustiche di altrettante canzoni degli Husker Du - e cioè IL GRUPPO - la pelle d'oca sale veloce lungo le braccia e il cuore corre in gola come una macchina impazzita. E' davvero difficile capire se le emozioni fortissime che questo disco è capace di sprigionare sin dal suo primo pezzo (la maestosa "Standing in the rain") siano frutto dell'intesa interpretazione di Franco o siano la naturale conseguenza del fatto che gli Husker Du, in meno di dieci anni di vita artistica, siano stati capaci di scrivere una miriade di pezzi incredibili. Forse, come banalmente si dice in questi casi, sono vere entrambe le cose. Anche se la chiave di volta del disco è innegabilmente la voce di Zaio, più vicina alla dolcezza di Hart che all'irruenza di Mould, ma comunque lontanissima da qualsiasi maldestro tentativo di imitazione. "Those important years" è un tributo suonato - e soprattutto cantato - col cuore, da un ragazzo di 50 anni a cui "Warehouse" e "Zen Arcade" hanno letteralmente cambiato la vita. E infatti la scaletta pesca a piene mani da questi due dischi, ma anche da "New day rising" (con tanto di omaggio in copertina), "Flip your Wig" e "Candy apple gray": insomma gli Husker Du più melodici ed eccitanti, quelli del periodo di mezzo e del glorioso epilogo su major. Ma anche quelli capaci di erigere un muro di suono denso e psichedelico, che nella versione di Franco Zaio torna, invece, alle origini scheletriche voce-e-chitarra, senza perdere un briciolo di magia. Anzi, ascoltando "Those important years" si capisce benissimo come molte di questa canzoni siano nate, probabilmente, in questo modo: con Bob e Grant che imbracciavano la loro sei corde e, dopo aver bevuto un paio di lattine di birra del discount, buttavano giù una melodia e tre accordi sghembi (Norton intanto si lisciava i baffi a manubrio e si preparava un hamburger). Certo, nel disco ci sono anche arrangiamenti più complessi come in "Green eyes", dove spunta la chitarra psych-folk di Matteo Bocci dei Fenomeni e in "Book about Ufos", uno dei pezzi più belli di questo tributo, trasformato in una sorta di gospel indù, con tanto di sitar, suonato in onore della dea Shiva appena atterrata da Marte. E poi ci sono "Pink turns to blue" e "She's a woman (and now he is a man)" cantante entrambe da Francesca Pongiluppi: la prima con una voce dolorosa e in stato di grazia e l'altra in duetto con Franco, in un crescendo potentissimo. E poi "These important years" - uno dei miei pezzi preferiti degli Huskers - suonata con meno irruenza rispetto all'originale, quasi come se si trattasse di un'amara constatazione del presente, più che di una celebrazione di ciò che è stato; e ancora: "Sorry somehow", altra paela assoluta dell'album, con la voce di Franco che insegue la chitarra o la furia disperata e sonica di "Something a learned today". A chiudere il disco un brano giudicato a torto minore di "Warehouse" come "Bed of nails", qui trasformato in una cavalcata noise sporca e disturbante, grazie alla metal machine guitar di Berna e alla voce distorta di Franco, pronta a intonare l'apocalisse. Che dire? Se siete fan del Husker Du spero vivamente che dopo appena due righe di questa stupida recensione abbiate spento il pc o il telefonino e siate usciti di casa per cercare di procurarvi questo album bellissimo. Tutti gli altri, e cioè coloro che non sanno minimamente chi siano Mould, Hart e Norton, si vergognino e chiedano umilmente scusa.
Grazie Diego, hai "colto lo spirito" del disco.
Disco reperibile preso il sottoscritto, oppure Disco Club Genova, in via San Vincenzo.
Franco Zaio - Those important years
"Those important years" di Franco Zaio è uno dei dischi più belli che abbia ascoltato quest'anno. E non me ne importa niente che si tratti un album di cover suonato da un mio amico fraterno, in cui canta (in due pezzi) una carissima amica come Francesca Pongiluppi e che sia stato registrato da un altro super amico come Berna. Non è colpa mia se conosco gente speciale, che fa cose bellissime. Ciò che conta è che ascoltando queste 14 rivisitazioni acustiche di altrettante canzoni degli Husker Du - e cioè IL GRUPPO - la pelle d'oca sale veloce lungo le braccia e il cuore corre in gola come una macchina impazzita. E' davvero difficile capire se le emozioni fortissime che questo disco è capace di sprigionare sin dal suo primo pezzo (la maestosa "Standing in the rain") siano frutto dell'intesa interpretazione di Franco o siano la naturale conseguenza del fatto che gli Husker Du, in meno di dieci anni di vita artistica, siano stati capaci di scrivere una miriade di pezzi incredibili. Forse, come banalmente si dice in questi casi, sono vere entrambe le cose. Anche se la chiave di volta del disco è innegabilmente la voce di Zaio, più vicina alla dolcezza di Hart che all'irruenza di Mould, ma comunque lontanissima da qualsiasi maldestro tentativo di imitazione. "Those important years" è un tributo suonato - e soprattutto cantato - col cuore, da un ragazzo di 50 anni a cui "Warehouse" e "Zen Arcade" hanno letteralmente cambiato la vita. E infatti la scaletta pesca a piene mani da questi due dischi, ma anche da "New day rising" (con tanto di omaggio in copertina), "Flip your Wig" e "Candy apple gray": insomma gli Husker Du più melodici ed eccitanti, quelli del periodo di mezzo e del glorioso epilogo su major. Ma anche quelli capaci di erigere un muro di suono denso e psichedelico, che nella versione di Franco Zaio torna, invece, alle origini scheletriche voce-e-chitarra, senza perdere un briciolo di magia. Anzi, ascoltando "Those important years" si capisce benissimo come molte di questa canzoni siano nate, probabilmente, in questo modo: con Bob e Grant che imbracciavano la loro sei corde e, dopo aver bevuto un paio di lattine di birra del discount, buttavano giù una melodia e tre accordi sghembi (Norton intanto si lisciava i baffi a manubrio e si preparava un hamburger). Certo, nel disco ci sono anche arrangiamenti più complessi come in "Green eyes", dove spunta la chitarra psych-folk di Matteo Bocci dei Fenomeni e in "Book about Ufos", uno dei pezzi più belli di questo tributo, trasformato in una sorta di gospel indù, con tanto di sitar, suonato in onore della dea Shiva appena atterrata da Marte. E poi ci sono "Pink turns to blue" e "She's a woman (and now he is a man)" cantante entrambe da Francesca Pongiluppi: la prima con una voce dolorosa e in stato di grazia e l'altra in duetto con Franco, in un crescendo potentissimo. E poi "These important years" - uno dei miei pezzi preferiti degli Huskers - suonata con meno irruenza rispetto all'originale, quasi come se si trattasse di un'amara constatazione del presente, più che di una celebrazione di ciò che è stato; e ancora: "Sorry somehow", altra paela assoluta dell'album, con la voce di Franco che insegue la chitarra o la furia disperata e sonica di "Something a learned today". A chiudere il disco un brano giudicato a torto minore di "Warehouse" come "Bed of nails", qui trasformato in una cavalcata noise sporca e disturbante, grazie alla metal machine guitar di Berna e alla voce distorta di Franco, pronta a intonare l'apocalisse. Che dire? Se siete fan del Husker Du spero vivamente che dopo appena due righe di questa stupida recensione abbiate spento il pc o il telefonino e siate usciti di casa per cercare di procurarvi questo album bellissimo. Tutti gli altri, e cioè coloro che non sanno minimamente chi siano Mould, Hart e Norton, si vergognino e chiedano umilmente scusa.
Grazie Diego, hai "colto lo spirito" del disco.
Disco reperibile preso il sottoscritto, oppure Disco Club Genova, in via San Vincenzo.
sabato 20 luglio 2019
È colpa mia
È colpa mia se siamo diventati indifferenti
Più poveri, più tristi e meno intelligenti
È colpa mia
È colpa mia che non mi curo delle tue speranze
Forse perché delle idee non so più che farne
È colpa mia
Non ci avevo mai pensato
È colpa mia
Non presto mai troppa attenzione
È colpa mia
Perché non prendo posizione
È colpa mia
Mi crolla il mondo addosso
Se ci penso non me ne frega niente
È colpa mia
Ho aperto gli occhi all'improvviso e ho visto te
E nessuna spiegazione
Soltanto quando è troppo tardi ti ricordi ch'è tutto vero
È colpa mia. È colpa mia
Ho aperto gli occhi all'improvviso e ho visto te
E nessuna spiegazione
Figlio mio, ci pensi?
Un giorno tutto questo sarà tuo
Neppure se ti vedo piangere riesco ad essere felice
Neppure se ti parlo veramente quando ti dico
Che per me non conti niente neppure tu
È una vita spesa male, ma tanto ormai è finita e lo sai
Perché è finita
Era un autunno mentre l'inverno si avvicina
È colpa mia, è colpa mia
È colpa mia se siamo diventati indifferenti
Più poveri, più tristi e meno intelligenti
Perché non mi curo delle tue speranze
È colpa mia se siamo diventati indifferenti
Per piccoli egoismi e altrettante bugie e nessuna spiegazione
È colpa mia che non mi curo delle tue speranze
Per piccoli egoismi e altrettante bugie e nessuna spiegazione
Figlio mio, ci pensi?
Un giorno tutto questo sarà tuo
Figlio mio, ci pensi?
Un giorno tutto questo sarà tuo
venerdì 19 luglio 2019
Ma che estate sarà
- Stamattina mi hanno operato togliendomi un neo "diventato brutto": questo intervento condizionerà tutta questa estate e soprattutto il periodo in Sardegna, non penso proprio che potrò stare senza maglietta o protezione totale. L'aspetto positivo è che non si vedrà la pancia che non riesco a buttare giù da alcuni anni. E questa estate ne faccio 55, di anni. Robi da matt.
- Terminate le registrazioni degli strumenti per il disco su Emily Dickinson, manca solo la voce di Francesca in qualche pezzo (spero tanti), e poi il missaggio. Ma mi sa che si finisce a settembre.
- Da fine luglio "seguirò" una seconda libreria in Liguria, finalmente.
- I figli, nonostante la bellezza insuperabile dei posti, non vengono più in Sardegna con me. Le giornate alle Saline avranno un gusto più malinconico e nostalgico.
- Ieri il film "The circle", nei mesi scorsi i libri di Byung-Chul Han: che senso ha mettere in piazza (in rete) la propria privacy, anche qui, se non si ha bisogno di vetrine, se non si ha niente da vendere, o nessuno da persuadere? La comunicazione è centuplicata, ma non è migliorata, e non ci fa stare meglio, anzi ci fa fare errori e leggerezze.
- Il grande caldo si è un po' attenuato, ma lo preferisco al grande freddo, comunque.
- Come ogni estate, spero di ricaricare le pile in Sardegna.
mercoledì 17 luglio 2019
martedì 16 luglio 2019
lunedì 8 luglio 2019
"Non si esce vivi dagli anni 80"
Fra il 1986 e il 1991 ogni mese facevo una compilation su cassetta TDK con la musica che più ascoltavo, con le canzoni più significative o evocative.
Oggi ne ho ritrovate alcune, che tenerezza. Ma anche orgoglio (niente male la selezione) e perplessità (Cure e Husker Du sono tuttora fra i miei gruppi preferiti). Molto probabilmente dentro di me sono ancora, e in percentuale non trascurabile, quel 23enne con la testa sulle nuvole della musica.
Oggi ne ho ritrovate alcune, che tenerezza. Ma anche orgoglio (niente male la selezione) e perplessità (Cure e Husker Du sono tuttora fra i miei gruppi preferiti). Molto probabilmente dentro di me sono ancora, e in percentuale non trascurabile, quel 23enne con la testa sulle nuvole della musica.
domenica 7 luglio 2019
Luci che non si spengono
Mi ha sorpreso piacevolmente il film di Fabio Mollo "Il padre d'Italia", introdotto ieri sera dalla Aragonese al cinema all'aperto a Palazzo Ducale (un po' demodè, forse, ma il cinema all'aperto ha sempre il suo fascino, come ha detto anche la simpatica e bravissima Isabella). Un piccolo grande film, sia nelle immagini sia nei contenuti.
Questa cover poi, verso il finale, mi ha messo KO.
giovedì 4 luglio 2019
Contemporaneamente
"Talvolta penso in modo così sbagliato, perché penso come se parlassi contemporaneamente a qualcun altro."
(Per chi non lo avesse visto, il film da cui è tratta la foto è l'indimenticabile Il cielo sopra Berlino, un film di tanti anni fa rimasto nel cuore a tanti).
mercoledì 3 luglio 2019
martedì 2 luglio 2019
lunedì 1 luglio 2019
Passerà anche questa stazione
"E se vai all'Hotel Supramonte e guardi il cielo
Tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo
E una lettera vera di notte falsa di giorno
E poi scuse, e accuse e scuse, senza ritorno
E ora viaggi, ridi, vivi o sei perduta
Col suo ordine discreto dentro il cuore
Ma dove, dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore
Ma dove è finito il tuo amore
Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile
Grazie a te ho una barca da scrivere, ho un treno da perdere
E un invito all'Hotel Supramonte dove ho visto la neve
Sul tuo corpo così dolce di fame, così dolce di sete
Passerà anche questa stazione senza far male
Passerà questa pioggia sottile come passa il dolore
Ma dove, dov'è il tuo cuore
Ma dove è finito il tuo cuore
E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
Ora il tempo è un signore distratto, è un bambino che dorme
Ma se ti svegli e hai ancora paura, ridammi la mano
Cosa importa se sono caduto, se sono lontano
Perché domani sarà un giorno lungo e senza parole
Perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole
Ma dove, dov'è il tuo amore
Ma dove è finito il tuo amore"
domenica 30 giugno 2019
Il Grande Baratto
"Non barattiamo la certezza di non morire di fame con la certezza di morire di noia" (Raoul Vaneigem).
E tu, l'hai fatto, il Grande Baratto?
sabato 29 giugno 2019
L'intervista su tomtomrock.it
Franco Zaio e gli Hüsker Dü: Those Important Years.
Franco Zaio è un maître à penser di lungo corso di quella scena alternativa italiana che si è mossa (e si muove) fra punk, post-punk e psichedelia. A questa tipica miscela indie Zaio aggiunge una componente letteraria che gli deriva anche dal suo mestiere ‘serio’: il libraio. Per dare un’idea del campo d’azione del nostro possiamo spiegare, ad esempio, che ha dedicato un album-tributo ai Clash (Know Your Clash) e un altro a un personaggio apparentemente assai diverso, Cesare Pavese (Last Blues). Poi ci sono stati i due dischi dal fascino obliquo e slowcore a nome Anaïs (insieme a Francesca Pongiluppi) e la militanza come batterista ne I Fenomeni, vivace combo psichedelico autoammantatosi di leggenda (“Eravamo un po’ i Dukes Of Stratosphere italiani”).
Da poco Franco Zaio, in questo caso Francö Zaiö, ha pubblicato un omaggio a una delle band da lui più amate: gli Hüsker Dü. Negli anni ’80 il trio di Minneapolis (Bob Mould, Grant Hart – scomparso nel 2017- e Greg Norton) ha rappresentato l’aspetto più viscerale, acre ma anche struggente del circuito alternative e ha fatto da guida a decine di giovani fan con chitarre nervose e ritmica travolgente. Il cd si intitola Those Important Years, citazione con variazione di una delle canzoni più intense degli Hüskers, These Important Years. Contiene 14 pezzi in veste quasi del tutto acustica, quindi con ardito cambiamento di approccio rispetto alle stesure originali, e un solo momento ‘rumoroso’ collocato a fine programma.
Non prima di aver ricordato che Franco Zaio è valente collaboratore di Tomtomrock, gli lasciamo ora la parola affinché ci racconti un po’ di cose a proposito di Those Important Years.
Ci vuole un certo coraggio ad affrontare in chiave sostanzialmente acustica il repertorio di un gruppo di grande impatto sonico come gli Hüsker Dü. Hai mai pensato “ma cosa sto facendo?”
No, perché è un esperimento già fatto con i Clash anni fa… Mi sono sempre piaciute le versioni unplugged dei gruppi rock. E anche come Johnny Cash “denudava” le cover che faceva. Mi rendo conto che ci vuole coraggio, soprattutto se non si è Johnny Cash…
La scelta dei pezzi come è avvenuta. Ci sono outakes o assenze forzate?
Sono rimaste fuori molte canzoni amatissime (su tutte Whatever e Makes No Sense At All) che non “venivano fuori” come volevo o non avevano una melodia precisa (molti pezzi furiosi di Zen Arcade, per esempio). È rimasta fuori anche Celebrated Summer perché già magnificamente coverizzata da Mark Kozelek…
Un merito del tuo disco è quello di avere messo in evidenza la naturale melodicità di pezzi come These Important Years o Sorry Somehow, perfetti anche per la chitarra acustica. Non pensi che potresti avere successo come Hüsker Busker?
In effetti inizialmente il titolo era BÜSKER DÜ! Poi però ho messo più chitarre e strumenti che nel disco sui Clash: quello sì era solo chitarra e voce! Ma ho voluto fare una cosa più “piena”, meno scarna.
Se pensassi a una qualsiasi forma di successo musicale non farei queste cose. Alla mia età, suvvia! Per me “successo” significa fare cose che mi garbano, che mi emozionano, sperando (ma neanche tanto) che garbino ed emozionino anche altre persone.
Se pensassi a una qualsiasi forma di successo musicale non farei queste cose. Alla mia età, suvvia! Per me “successo” significa fare cose che mi garbano, che mi emozionano, sperando (ma neanche tanto) che garbino ed emozionino anche altre persone.
In due pezzi si ascolta la voce di Francesca Pongiluppi. Una scelta interessante se si pensa al suono molto aspro degli Hüsker Dü.
Con Francesca collaboro da quasi 20 anni, ho fatto due dischi come Anaïs e diversi concerti. Anche con lei ho sempre fatto cover unplugged o scarnificate. La sua partecipazione è la ciliegina sulla torta, e come sempre il pezzo cantato da lei sarà il più apprezzato. Successe anche in Last Blues, il mio disco sulle poesie di Pavese.
Mi incuriosisce (e mi piace) l’idea del sitar per Book About UFOs. Come ti è venuta in mente?
Il testo parla di una ragazza che passa le giornate a leggere libri sugli UFO e a guardare il cielo, e di omini grigi che la guardano negli occhi coi loro telescopi… Quindi ho immaginato ci stesse bene un tappeto di sitar psichedelico alla Beatles. Penso che Grant Hart avrebbe apprezzato questo arrangiamento.
Bed Of Nails è l’unico pezzo ‘distorto’ e sta in chiusura di disco. Piccolo sfogo elettrico finale dopo tanta chitarra acustica?
Il testo di Bed Of Nails (letto di chiodi) è particolarmente doloroso e straziante, per me. Quindi ho fatto scatenare Berna con la sua metal machine guitar, e distorto il più possibile chitarra e voce. Più che uno sfogo è un urlo disperato, una richiesta di aiuto soffocata dal rumore, un altoparlante tritato dallo sfasciacarrozze.
Sei riuscito a far avere il tuo disco a Bob Mould? O a Greg Norton che non se lo fila più nessuno?
Non ancora, né a Bob né a Greg. Voglio farlo, ma non essendo “social” sarà complicato, soprattutto per Greg! Bob lo vedrò al suo prossimo concerto, glielo consegno a mano…
Altri artisti a cui vorresti rendere omaggio?
Con Francesca abbiamo in programma da sempre due “tribute” in stile Anaïs (ossia al rallentatore, acustici e quasi silenziosi): Smiths e Cure. Si possono già sentire su YouTube come gli Anaïs suonavano There Is A Light That Never Goes Out e Boys Don’t Cry.
Personalmente invece farò nel 2020 i Joy Division. Addirittura pensavo di tradurre i pezzi in italiano, ma è una impresa titanica rendere in italiano la poeticità e la profondità delle parole di Ian Curtis. Spero di farcela.
Personalmente invece farò nel 2020 i Joy Division. Addirittura pensavo di tradurre i pezzi in italiano, ma è una impresa titanica rendere in italiano la poeticità e la profondità delle parole di Ian Curtis. Spero di farcela.
La solita domanda: il rock e i giovani d’oggi. Hai dato, o cercato di dare, un’educazione rock ai tuoi figli? Ascoltano gli Hüsker Dü?
I miei figli sono cresciuti a pane e rock, ascoltando/assorbendo la musica che sentivo a casa e in auto. Devo aver seminato abbastanza bene, considerato il fatto che grazie a loro ho scoperto i Radiohead, i Sigur Ros, gli XX… C’è stato negli anni un bellissimo scambio di storia da me e aggiornamento da loro. Molto utile nella loro formazione musicale i suggerimenti di YouTube e Spotify (“Potrebbe piacerti anche”).
Credo che il problema principale dei giovani d’oggi nell’approccio alla musica rock siano i suoni: vedo che sono poco portati ad apprezzare le chitarre e gli strumenti acustici e molto più propensi ai suoni elettronici. Sono quasi infastiditi dalle chitarre distorte degli Hüskers…
D’altronde io da ragazzino detestavo i suoni pomposi e pop degli anni 70 preferendo l’espressività grezza ed essenziale del punk-rock e del reggae… Dopo gli anni 80 di plastica tornarono le chitarre del grunge; sono bioritmi del gusto musicale. Forse i miei nipotini torneranno al twang e al fuzz, chissà.
Credo che il problema principale dei giovani d’oggi nell’approccio alla musica rock siano i suoni: vedo che sono poco portati ad apprezzare le chitarre e gli strumenti acustici e molto più propensi ai suoni elettronici. Sono quasi infastiditi dalle chitarre distorte degli Hüskers…
D’altronde io da ragazzino detestavo i suoni pomposi e pop degli anni 70 preferendo l’espressività grezza ed essenziale del punk-rock e del reggae… Dopo gli anni 80 di plastica tornarono le chitarre del grunge; sono bioritmi del gusto musicale. Forse i miei nipotini torneranno al twang e al fuzz, chissà.
Domanda finale da risposta secca: Bob Mould o Grant Hart?
È come chiedere a un Beatlesiano se preferisce Lennon o McCartney: è l’accoppiata a fare la bellezza! Mould e Hart separati non hanno mai raggiunto la bellezza degli Hüsker Dü, soprattutto Hart (Mould invece ha sfornato molte canzoni superbe da solo o con gli Sugar).
Come musicista preferisco Bob, come persona mi sta(va) più simpatico Grant, batterista svalvolato e basso profilo, il Ringo Starr del punk psichedelico!
Come musicista preferisco Bob, come persona mi sta(va) più simpatico Grant, batterista svalvolato e basso profilo, il Ringo Starr del punk psichedelico!
Fa troppo caldo
Le "temperature record", il "caldo da morire", mi hanno un po' rotto le palle, francamente. State più ignudi, bevete tanta acqua, fatevi delle docce, ma basta lamentarsi del caldo. Pensate piuttosto che segnale ci dà la natura, il clima. E pensate a che punto siamo arrivati, nella distruzione del pianeta, e di noi stessi.
martedì 18 giugno 2019
Eddie Vedder - You've Got To Hide Your Love Away
Visto a Barolo, ne racconterò su www.tomtomrock.it.
Questa cover mi ha steso, ammetto.
venerdì 14 giugno 2019
Parole non spiegano
Chissà dove sei, mia dolce anima
forse sulla luna a bere un caffè
e non mi fa male che più non ci sei
tengo il tuo amore qui dentro di me
Grande mistero il cielo è
come l'amore che ho per te
che gli occhi non vedono
parole non spiegano
mia dolce anima
dentro di me
mercoledì 12 giugno 2019
Non ci sono parole
Qui
Tutto il meglio è già qui
Non ci sono parole
Per spiegare ed intuire
E capire, Madeleine
E se mai ricordare
Tanto, io capisco soltanto
Il tatto delle tue mani
E la canzone perduta
E ritrovata
Come un'altra
Un'altra vita
Allons, Madeleine
Certi gatti o certi uomini
Svaniti in una nebbia o in una tappezzeria
Addio addio, mai più ritorneranno
Si sa, col tempo e il vento tutto vola via
Tais-toi, tais-toi, tais-toi
Qualche volta è così
Che qualcuno è tornato
Sotto certe carezze
E poi la strada inghiotte subito gli amanti
Per piazze e ponti ciascuno se ne va
E se vuoi, laggiù li vedi ancora danzanti
Che più che gente sembrano foulards
Tutto il meglio è già qui
Non ci sono parole
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