Avrò visto gli Afterhours una decina di volte, sempre insieme a mia moglie (ieri con tanto di maglietta "Io non tremo", era la più bella fan della serata), fin dai tempi di Germi, quando si vestivano da bambine ed avevano un impressionante impatto quasi metal (come l'autorevole Giovanni mi ha confermato). Quello di ieri è stato una delle volte migliori. Il trittico iniziale Dove si va da qui, Il paese è reale, Quello che non c'è mi ha fatto abbandonare la tribuna da anzianotto per andare sotto il palco a cantare a squarciagola le canzoni-inni di Manuel. In apertura il bislacco set acustico del redivivo Edda dei Ritmo Tribale (qualcuno li ricorda?), omaggiato da Manuel perchè scappava a casa dopo il suo set "perchè la mattina lavora, fa i ponteggi, non come certi fighetti indie-rocker". Sorprendenti, da brivido le cover di Shipbuilding e What a wonderful world e una potente Strategie. E non è mancata la canzone più attesa dai coniugi Zaio, quella che si canta abbracciati: Ci sono molti modi. Unica parentesi non esaltante: una cover che sembrava di Crosby Stills Nash & Young, molto ben cantata, ma due maroni così (gli America erano dietro l'angolo).
"Torneremo a scorrere", sì: lo stiamo già facendo ;-)
1 commento:
Purtroppo quest'anno li ho mancati per vari motivi almeno un paio di volte.Concludo con una banalità:gli Afterhours in qualsiasi altro paese con una tradizione e cultura musicale decenti sarebbero unanimemente considerati e trattati da giganti del rock assoluti quali sono.Qui invece sembra ancora che siano dei debuttanti o poco più.
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