La Ciacia, la mia compagna di banco di liceo (guardate che sito, agh), dice che non capisce perchè con questo blog sento la necessità di verbalizzare la mia esistenza. Gulp. Un altro mio amico va a dire in giro che il mio blog sembra una lapide, un monumento funerario. Io, "scrollando", ho avuto la sensazione di un rotolo, un papiro archeologico, o forse (per i miei amici più trash) di carta igienica, per quanto virtuale. Non saprei. Anche se la tentazione dell'isolazionismo è grande, mi piace lanciare qualche messaggio nella bottiglia. Anche l'ultimo libro di Galimberti mi cazzia in questo senso (uno dei libri DA leggere assolutamente quest'anno, anche solo per discutere/contestare), ma io voglio continuare a tenere una finestra socchiusa sul mondo. Per cambiare l'aria, come si suol dire. Perchè se no l'aria diventa viziata.
3 commenti:
Non ho capito bene: aria viziata o 'vizi aerati'?
Non ti preoccupare e vai avanti così. :-)
Grazie Arimò. Tanto ormai è quasi una necessità, uno sfogo. I'm not going to implode. FZ
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