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Bisognerebbe ignorare la vita privata di scrittori, musicisti, artisti in genere, per apprezzare le loro opere in sé senza farsi condizionare. Bisognerebbe saper
separare autore e opera. Solo che proprio il mio collega “di settore”,
Mirko, con cui passo la maggior parte del mio tempo, ha pubblicato un libro
inquietante,
Il coinquilino (ed. Robin), letto il quale lo guardo con occhi diversi (ma lo sapevo che tanto normale non era, uno che ascolta
black metal scandinavo alla Burzum). Uno
psycho-
thriller che mi ha ricordato molto
American psycho di Bret Easton Ellis , angosciante nella sua lucida follia crudele, pieno di
odio e violenza che l’assassino del libro sfoga con
sadismo e sbudellamenti (il sangue scorre a litri!) che sembrano uscire da un disco dei
Carcass o degli
Slayer, o dalle scene più efferate di
Dario Argento. Capite le coordinate? Non mi sento quindi di consigliarlo a tutti, solo agli amanti del genere (secondo me è più Horror che Giallo, tra l’altro) ma mi ha impressionato. E anche un po’ preoccupato. Ma forse siamo tutti un po’ schizofrenici, con delle personalità represse nascoste, piene di rabbia, rancore, violenza, odio. L’importante è
sfogare in qualche modo queste energie negative, con la musica, lo sport, l’arte. Se no si esplode. O si implode. Meglio evitare, no?
3 commenti:
IL MATTINO HA L'ORO IN BOCCA...
CARA WENDY.
Attilio
Chissà come mai questo libro mi incuriosisce...
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...
Mik
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