Tutte le volte che passo in treno da Alessandria mi prende una nostalgia assurda, la strana sensazione che le mie radici siano lì, lo sciocco progetto di essere seppellito in quel cimitero sul cui frontespizio c'è scritto "Sol chi non lascia eredità d'affetti poca gioia ha dell'urna" (Foscolo, se non ricordo male). Mi intenerisco guardando i campi di grano, le dolci colline di vigne e alberi da frutto, le file di pioppi lunghi ed eleganti, i papaveri e le canne nei fossi, le cascine diventate aziende orgogliosamente attaccate al territorio, anzi alla terra, quella terra quasi rossa, arata perfettamente con onde e disegni geometrici. Ogni volta penso che dovrei fare una ricerca sui miei antenati, e farmi raccontare da mio padre episodi della sua gioventù. Andare indietro per andare in fondo, in profondità. Praticamente un fugace psicodramma.
PS Mi rendo conto solo ora che ho scritto un post quasi identico il 22 marzo scorso: è ufficiale, sono rincoglionito!Scusate, sto invecchiando e divento sempre più ripetitivo e noioso. Il mio cervello è passato da random a repeat. Sorry (somehow). Tra l'altro repetita NON iuvant.
4 commenti:
Eri già così 25 anni fà non ti preoccupare... piciu.
Vatlapiantlorgu, batusu :-D
Per 5 anni ho soggiornato altrove tra neve e freddo agghiaggiante. Quando (di rado) scendevo verso Genova, in macchina o in treno, attraversavo parte dei luoghi tratteggiati in questo post. Li ho sempre vissuti come un preludio alla divaricazione cardiologica provocata dal sale e dalle strettoie. Mi domando se è stato più stupido sottovalutare altre bellezze, se disprezzare il freddo o se sniffare tutte queste nostalgie "illustrate".........
ecco Franco, questa è l'entry che mostra la nostra differenza di età! sei troppo un papà, la pensi come il MIO di papà! heheheheh.
*Simo
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