Lo so, sono patetico, a 43 anni suonati, a fare ancora una wishlist, le new year's propositions, i buoni propositi dell'inizio dell'anno, un elenco di desideri/sogni/obiettivi per l'anno nuovo, da riguardare ogni giorno se no cadono nel dimenticatoio (quest'anno me l'appendo in qualche posizione inevitabile). In primis quest'anno aspiro a una Serenità di fondo (non pretendo la Felicità): una condizione psicofisica di tranquillità e gratitudine, grazie alla quale affrontare il risveglio con un sorriso, se è una bella giornata, e con senso dell'umorismo e della proporzione, se è una brutta giornata, in tutti i sensi e tutti i luoghi (clima, cose da fare, cose che succedono). Apprezzare quello che si ha, si fa, si è. E se non lo si apprezza darsi da fare e fare in modo di apprezzarlo, che sia apprezzabile. Troppe volte nel 2007 mi sono alzato con un piombo invisibile sulla testa o al posto del cuore, anche quando andavo sul balcone a guardare l'alba sul mare e non riuscivo a vedere nè bellezza nè motivazione nè gratitudine. E poi con gli occhi nel vuoto, la bocca amara di caffè e la mente altrove via nella rat race, la routine quotidiana, pochi sorrisi, pochissime gratificazioni, poche gioie, no fun. Quest'anno voglio poter dire anch'io insieme ai miei figli nella loro preghierina serale: "Signore, grazie di tutte le cose belle e buone che ci hai dato in questa bella giornata". Non chiedo tanto. Giusto non andare in crisi se qualcuno mi dice "Come va?", voglio essere in condizione di non scrivere post come questo.
L'uomo invidia l'animale, che subito dimentica [..] l'animale vive in modo non storico, poiché si risolve nel presente [..] l'uomo invece resiste sotto il grande e sempre più grande carico del passato: questo lo schiaccia a terra e lo piega da parte. Per ogni agire ci vuole oblìo: come per la vita di ogni essere organico ci vuole non solo luce, ma anche oscurità. La serenità, la buona coscienza, la lieta azione la fiducia nel futuro dipendono [..] dal fatto che si sappia tanto bene dimenticare al tempo giusto, quanto ricordare al tempo giusto (F. Nietzsche, da "Considerazioni inattuali").
L'uomo invidia l'animale, che subito dimentica [..] l'animale vive in modo non storico, poiché si risolve nel presente [..] l'uomo invece resiste sotto il grande e sempre più grande carico del passato: questo lo schiaccia a terra e lo piega da parte. Per ogni agire ci vuole oblìo: come per la vita di ogni essere organico ci vuole non solo luce, ma anche oscurità. La serenità, la buona coscienza, la lieta azione la fiducia nel futuro dipendono [..] dal fatto che si sappia tanto bene dimenticare al tempo giusto, quanto ricordare al tempo giusto (F. Nietzsche, da "Considerazioni inattuali").
7 commenti:
Siamo così fuori moda, noi che parliamo di serenità, tranquillità.
Così facilmente illusi, chiediamo sempre il giusto anche se i nostri crediti sono più elevati rispetto ai compensi.
Non sempre riusciamo a sfuggire alla crudeltà, rispettiamo anche ci sà ferire.
Ma...lentamente, le cose iniziano a mutare e noi con loro.
Sei un amico e una bella persona, non lasciare che la stupidità degli altri ti possa cambiare.
Settima riga, tra anche e ci inserire un chi. Grazie
Ognuno di noi ha bisogno di serenità. Ciò che chiedi è perfettamente legittimo e non dipende dall'età.
Purtroppo la comunità è organizzata in modo tale da farci andare fuori di testa, diventiamo talvolta ipocriti e d anche peggio. Qualcuno ha definito questa società "schizofrenica"...
cosa si ostinava a fare l'orchestrina...sul Titanic?
buon anno ragazzi.
buon anno.
this is radio clash.
Che Dio (!) ci preservi Nietzsche. Grande fustigatore e grande consolatore di sempre.
Ma in che campionato giocava questo Nietzsche? Uhm, forse era Netzer.
Posta un commento