domenica 13 gennaio 2008

Sono come in attesa




In questi tempi si parla tanto di paura, soprattutto percepita. Io non ho paura, ma mi sento come in attesa: di un cambiamento, di un miglioramento, di un futuro. E' il non vedere, il non conoscere che trasforma l'attesa in paura, perchè si ha paura di ciò che non si conosce, o non si vede. Io invece vedo e penso di conoscere, o perlomeno voglio conoscere, voglio sapere. Non mi è possibile un bel presente senza un futuro, non mi piace camminare guardando in basso. Questa vecchia canzone di Gaber esprime bene questo mio stato d'animo. Sperando di non aver "aspettato a lungo qualcosa che non c'è, invece di guardare il sole sorgere" (Elisa, Qualcosa che non c'è)...

L'attesa
(di Gaber-Luporini 1981 © Edizioni Curci Srl - Milano, dal disco Anni affollati)
"No, non muovetevi, c'è un’aria stranamente tesa, c'è un gran bisogno di silenzio, siamo come in attesa. No, non parlatemi, bisognerebbe ritrovare le giuste solitudini, stare in silenzio ad ascoltare. L'attesa è una suspense elementare, è un antico idioma che non sai decifrare, è un'irrequietezza misteriosa e anonima, è una curiosità dell’anima. E l'uomo in quelle ore guarda fisso il suo tempo, un tempo immune da avventure o da speciale sgomento. No, non muovetevi, c'è un'aria stranamente tesa e un gran bisogno di silenzio, siamo come in attesa. Perché da sempre l'attesa è il destino di chi osserva il mondo con la curiosa sensazione di aver toccato il fondo. Senza sapere se sarà il momento della sua fine o di un neo-rinascimento. Non disturbatemi, sono attirato da un brusio che non riesco a penetrare, non è ancora mio. Perché in fondo anche il mondo nascente è un po' artista, predicatore e mercante e pensatore e automobilista. E l'uomo qualunquista guarda anche lui il presente, un po’ stupito di non aver capito niente. L'attesa è il risultato, il retroscena di questa nostra vita troppo piena, è un andar via di cose dove al loro posto c'è rimasto il vuoto. Un senso quieto e religioso in cui ti viene da pensare (e lo confesso: ci ho pensato anch'io) al gusto della morte e dell’oblio. No, non muovetevi, c'è un'aria stranamente tesa, e un gran bisogno di silenzio: siamo tutti in attesa."
Da domani la mia vita non sarà più la stessa...



3 commenti:

listener-mgneros ha detto...

a volte i post sembrano scorrere parallelamente su argomenti affini leggi l'ultimo di madison fallen...sembra che davvero si possa annusare nell'aria profumi particolari...

Anonimo ha detto...

A volte profumi, spesso gas :-)

Anonimo ha detto...

Spesso vorrei avere quella giusta dose di incoscenza che neutralizza la paura.. che abbassa il livello di controllo e lascia vivere con un pò più di leggerezza.