lunedì 10 dicembre 2007

Perchè leggere


Mi hanno colpito e mi sembrano importanti, anche per il lavoro che faticosamente faccio, tra l'altro, le seguenti parole:
"Chi vive, vive la propria vita. Chi legge, vive anche le vite altrui. Ma poiché una vita esiste in relazione con le altre vite, chi non legge non entra in questa relazione, e dunque non vive nemmeno la propria vita, la perde. La scrittura registra il lavoro del mondo. Chi legge libri e articoli, eredita questo lavoro, ne viene trasformato, alla fine di ogni libro o di ogni giornale è diverso da com'era all'inizio. Se qualcuno non legge libri né giornali, ignora quel lavoro, è come se il mondo lavorasse per tutti ma non per lui, l'umanità corre ma lui è fermo. La lettura permette di conoscere le civiltà altrui. Ma poiché la propria civiltà si conosce solo in relazione con le altre civiltà, chi non legge non conosce nemmeno la civiltà in cui è nato: egli è estraneo al suo tempo e alla sua gente. Un popolo non può permettersi di avere individui che non leggono. E' come avere elementi a-sociali, che frenano la storia. O individui non vaccinati, portatori di malattie. Bisogna essere vaccinati per sé e per gli altri. Perciò leggere non è soltanto un diritto, è anche un dovere. Nelle relazioni tra i popoli, la prima e più importante forma di solidarietà è dare informazioni: mai l'altro dev'essere convertito alla nostra supposta superiorità, ma sempre messo in condizioni di scegliere tra le sue informazioni e le nostre. Quando una cultura si ritiene nella fase di superiorità tale che tutte le altre culture devono apprendere da lei, per il loro bene, e lei non può apprendere da nessuna, comincia la sua decadenza."
(Ferdinando Camon. Tratto da Tenebre su tenebre. Quando Dio si vergogna degli uomini e gli uomini si vergognano di Dio. Saggi. 368 pagine. € 18.00 (Lire 34853) ISBN 881159797-8. Editore Garzanti)

5 commenti:

leorso ha detto...

Per ciò che concerne la "civiltà occidentale", concordo abbastanza con quello che dici, anche se conoscere, ci consente di soffrire ancora di più, rispetto ad uno stadio di "gioiosa ignoranza", attenzione non di "dolorosa ignoranza".
I popoli più antichi, vedi ad esempio gli aborigeni australiani, non hanno mai avuto bisogno di scrivere, hanno disegnato, hanno raccontato se stessi, i propri avi, la propria cultura, attraverso il sogno, hanno vissuto molto tempo in silenzio, isolati da un mondo occidentale evoluto, ma fondamentalmente povero di lucidità sociale. Il loro dio, pardon i loro dei, non si vergognano. Io soffro e mi vergogno, a volte mi sento più "nudo di Adamo" e i miei peccati non sono neanche poi tanto originali. A volte bestemmio dio a volte lo prego e spero che anche lui faccia così con me, senza tanti dogmi, senza tanta ipocrisia, ma semplicemente nel rispetto di questa vita.
P.s.
Spero di rincarnarmi in un pescatore samoano con 10 figli e il più bel sorriso di tutto l'arcipelago e morire sereno, pensando alla prossima vita...

leorso ha detto...

Per Adamo, non intendo il cantante degli anni 60".

Anonimo ha detto...

Spero di reincarnarmi in Keith Richards...

Andrea

Anonimo ha detto...

Quanto è vero. Forse la lettura è l'ultima possibilità di salvezza per la civiltà occidentale.
Io spero di reincarnarmi in uno a caso dei fratelli Reid..

Anonimo ha detto...

la società occidentale ha un nome:Thyssen Group Torino....loro in che cosa si rincarneranno?