giovedì 6 dicembre 2007

A volte serve un futuro


Si vive meglio un giorno alla volta, facendo del proprio meglio, traendone il meglio possibile chè doman non v'è certezza, a testa bassa sulle piccole cose, o con un futuro davanti, una prospettiva, un traguardo? Sono stato sempre scarso in obiettivi e loro perseguimenti, e tutte le filosofie/psicologie sedicenti positive consigliano di apprezzare (accontentandosi) quello che si ha e si fa nel modo più sereno possibile. Io però sono in un momento (sarà la famosa "crisi di mezza età"?!) in cui sento un bisogno quasi fisiologico di avere e pensare il mio futuro, sia professionale che privato. Sapere o capire dove sto andando, se sto andando da qualche parte, o sto camminando in cerchio sulle sabbie mobili. Nel privato me la cavo con famiglia e figli, che danno un senso, una nobile giustificazione, a tutta questa fatica/noia. Ma quello è il Loro futuro, sto facendo del mio meglio per loro. E per me? Devo rassegnarmi a pensare che sono loro il mio futuro, e io, come individuo, non ne ho più?
Libri, dischi, chitarre, Tai Chi, fotografia, internet, carriera, palestra, sesso, sport estremi...ognuno ha il suo salvagente. Ma ogni salvagente si sgonfia, lentamente, inesorabilmente, col tempo. Io è così che ho imparato a nuotare da bambino: a un certo punto il salvagente era talmente sgonfio da essere inutile. Tanto valeva nuotare senza.

6 commenti:

leorso ha detto...

C'è chi a fatica vive il presente e tu ti preoccupi per il futuro?
Ho 45 anni e ancora una volta stasera mi sono sentito dire, che purtroppo al momento non possono assumere altro personale.
A me serve un presente il futuro è un genere di lusso.

Anonimo ha detto...

Giorgio Gaber

L’INGRANAGGIO


Anch’io devo andare sempre avanti
senza smettere un momento,
devo andare sempre avanti
e lavorare, lavorare, lavorare,
e continuare a lavorare, lavorare, lavorare,
e non fermarsi mai.

E non fermarsi mai,
e non fermarsi mai,
avere dentro il senso
che non sei più vivo
e faticare tanto,
trovarsi con un vecchio amico
e non saper che dire.

Capire che non ho più tempo
per il riso e il pianto,
saperlo e non aver la forza
di ricominciare.

Non è che mi manchi la voglia
o mi manchi il coraggio,
è che ormai son dentro
nell’ingranaggio.

Ricordo quelle discussioni
piene di passione
di quando facevamo tardi
dentro a un’osteria.

L’amore, l’arte, la coscienza,
la rivoluzione,
sicuri di trovar la forza
per andare via.

Non è che mi manchi la voglia
o mi manchi il coraggio,
è che ormai son dentro
nell’ingranaggio.

Un ingranaggio.
Questo ingranaggio così assurdo e complicato,
così perfetto e travolgente.
Quest’ingranaggio fatto di ruote misteriose,
così spietato e massacrante.
Quest’ingranaggio come un mostro sempre in modo
che macina le cose, che macina la gente,
sì, anch’io, devo andare sempre avanti,
senza smettere un momento,
devo andare sempre avanti
e lavorare, lavorare, lavorare,
e continuare a lavorare, lavorare, lavorare,
e non fermarsi mai.

E non fermarsi mai,
e non fermarsi mai
e ritornare a casa
silenzioso e stanco
senza niente dentro,
appena il cenno di un sorriso
senza convinzione.

La solita carezza al figlio
che ti viene incontro,
mangiare e poi vedere il film
alla televisione.

Non è che mi manchi la voglia
o mi manchi il coraggio,
è che ormai son dentro
nell’ingranaggio

A volte ho dentro molte cose che non riescono a venir fuori. Poi mi viene in mente una canzone...
(E' per questo che la musica, a mio avviso, é l'arte per eccellenza).

Andrea

Anonimo ha detto...

Andrea, grazie per la citazione di Gaber (artista che porto nel cuore da più di vent'anni). In che disco è questa canzone?

darkste ha detto...

NON LO SO
pensare troppo ai traguardi mi crea scompensi....

scusa FZ se son ripetitiva, ma io ho una sorta di dipendenza da afterhours e mi viene in mente "NON LASCIAR CHE ILT UO PERCORSO TI DIVORI IL VENTRE, E' LA FINE QUELLA PIU' IMPORTANTE"

ci leggo tante cose qui, in queste parole e ultimamente le sento proprio mie....

Andrea Sessarego ha detto...

Tu che sai farlo, perchè non ci scrivi su una canzone?

Anonimo ha detto...

Se non ricordo male é in "Dialogo tra un impegnato e un non so" di cui devo avere la CASSETTA che ascoltava mio fratello su un K7 PHILIPS da qualche parte.

Andrea